Critico e scrittore statunitense. Laureatosi a
Princeton nel 1916, iniziò l'attività giornalistica collaborando
all'"Evening Sun" di New York. Dopo la prima guerra mondiale,
durante la quale si arruolò nel corpo ausiliario della Croce Rossa nel
quale operavano anche E. Hemingway, E.E. Cummings e J. Dos Passos,
W.
ricominciò l'attività giornalistica divenendo caporedattore di
"Vanity Fair" (1920-21), direttore aggiunto di "The New
Republic" (1926-31) e responsabile del settore recensioni di "The
New Yorker" (1944-48); buona parte degli articoli da lui stilati vennero
raccolti successivamente nei volumi
Classics and Commercials, 1950,
The Shores of Light, 1952, e
The Bit Between My Teeth, 1965).
Critico prolifico ed eclettico, si interessò di letteratura, di
sociologia, di etnologia e di estetica, applicando a ognuno dei suoi numerosi
studi acuta intuizione e precisa obiettività, anche nel caso degli
scritti risalenti al suo breve periodo di avvicinamento ideologico al Marxismo
(
Travels into Two Democracies, 1936, confronto sulle prassi democratiche
vigenti in Russia e negli Stati Uniti, ripubblicato nel 1958 in
The American
Earthquake insieme al precedente
The American Jitters:
A Year of
the Slump, 1932, analisi della crisi sociale statunitense;
Fino alla
stazione di Finlandia:
interpreti ed artefici della storia, 1940,
noto anche come
Biografia di un'idea, carrellata sulle tradizioni
rivoluzionarie europee da J. Michelet a Lenin e a M. Trotsky). Tra i suoi testi
di critica letteraria di maggiore rilevanza citiamo:
Il castello di Axel
(1931), uno studio nel quale espose in modo originale la sua teoria secondo la
quale buona parte della letteratura modernista deriverebbe direttamente dal
Simbolismo ottocentesco;
The Triple Thinkers (1938, rimaneggiato e
ampliato nel 1948) e
La ferita e l'arco (1941), saggi sulle maggiori
figure letterarie moderne e contemporanee, da H. James a E. Wharton a E.
Hemingway;
The Boys in the Back Room (1941), considerazioni sulla
letteratura californiana;
Saggi letterari 1920-1950 (1956);
Patriotic
Gore:
Studies in the Literature of American Civil War (1962);
A
Window on Russia (1972), saggi sulla letteratura russa;
The Devils and
Canon Barham (postumo, 1973). Tra gli altri titoli di
W., legati ad
ambiti non letterari, ricordiamo:
I Manoscritti del Mar Morto (1955;
edizione ampliata del 1969);
Red,
Black,
Blond and Olive
(1956), saggi comparati sulle quattro civiltà zuñi, haitiana,
russa e israelitica;
Dovuto agli Irochesi (1960) studio etnologico sulla
vita e la storia dell'omonima confederazione di Pellerossa;
The Cold War and
the Income Tax (1963), nel quale presentò le sue obiezioni al sistema
di tassazione federale;
O Canada (1965), studio sugli aspetti culturali
canadesi;
The Twenties (postumo, 1975, a cura di Leon Edel).
W. fu
anche poeta (
The Undertaker's Garland, 1922, scritto insieme a John Peale
Bishop;
Poets Farewell!, 1929;
Notebooks of Night, 1942;
Night
Thoughts, 1961), romanziere (
I Thought of Daisy, 1929;
Galahad, 1957), autore di racconti (
Memorie della contea di Ecate,
1946, vicini per stile e argomento ai racconti di E. Wharton), autore teatrale
(
Discordant Encounters, 1926;
This Room and This Gin and These
Sandwiches, 1937, tre drammi sperimentali;
The Little Blue Light,
1950;
Five Plays, 1954;
The Duke of Palermo, 1969), autore di
testi di viaggio (
Europe without Baedecker, 1947). Amico di F.S.
Fitzgerald, dopo la sua morte curò la pubblicazione del romanzo
incompiuto
Gli ultimi fuochi, dei saggi raccolti in
L'età del
Jazz e dei taccuini dello scrittore.
W. fu anche autore di testi
autobiografici (
A Piece of My Mind, 1956;
A Prelude, 1967;
Upstate, 1971); postume sono apparse le raccolte epistolari
Letters on
Literature and Politics (1977) e
The Nabokov-Wilson Letters (1979).
Per alcuni anni fu marito della scrittrice Mary McCarthy (Red Bank, New Jersey
1895 - Talcottville, New York 1972).