Linguista statunitense. Seguì le
lezioni di E. Sapir alla Yale University, dove divenne lettore di Antropologia
nel 1937-38. Ottenuta la specializzazione in ingegneria chimica al MIT (1918),
nel 1924 incominciò ad occuparsi di linguistica, interessandosi
dell'ebraico. In seguito si dedicò allo studio delle lingue messicane
(
Linguistica azteca, 1928;
Linguistica comparata del gruppo
uto-azteco, 1935; ecc.) e della lingua
hopi, parlata nella California
meridionale (
Alcune categorie verbali hopi, 1938;
La lingua hopi,
postumo, 1946). Le considerevoli particolarità di lingue così
diverse da quelle europee lo portarono a formulare una versione radicale di
relativismo linguistico, nota come ipotesi Sapir-
W., per cui le categorie
della lingua non sono soltanto un mezzo di riproduzione delle idee, ma
determinerebbero esse stesse la visione del mondo, la forma del pensiero,
guidando l'attività mentale dell'individuo. I suoi scritti più
importanti furono raccolti nel 1956 nel volume
Linguaggio,
pensiero e
realtà (Winthrop, Massachusetts 1897 - Wethersfield, Connecticut
1941).