Filosofo, storico della scienza e naturalista
inglese. A Cambridge, dove si laureò, insegnò dapprima (1828)
Mineralogia e poi (1839) Filosofia morale. Fu autore di opere scientifiche,
soprattutto di carattere espositivo (
Astronomy e general physics, 1833;
Mechanical Euclid, 1837;
Plurality of worlds, 1853) e di scritti
di filosofia morale (
Elements of morality,
including polity,
2 volumi, 1845;
Lecture on the history of moral philosophy, 1852). La
sua notorietà è legata a due importanti testi di filosofia della
scienza:
History of the inductive sciences (3 volumi, 1837) e
Philosophy of the inductive sciences (1840), nei quali, ponendosi in
contrasto con l'Induttivismo di J.S. Mill, sottolineò in particolare il
rapporto idee-fatti, sostenendo, in linea con l'apriorismo kantiano, che i
cosiddetti "fatti" incorporano le ipotesi scientifiche già
accreditate; accentuò inoltre l'importanza del controllo dei risultati
scientifici rispetto all'articolazione formale del processo inferenziale
(induttivo).
W. propose anche una riforma degli studi universitari in
On the principles of english university education (1837) e in
Of a
liberal education (1845) (Lancaster 1794 - Cambridge 1866).