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Weizsäcker, Viktor von.

Medico e antropologo tedesco. Docente di Neurologia a Heidelberg (dal 1923), svolse ricerche che lo portarono a formulare una teoria (detta "della porta girevole") dei rapporti tra movimento e percezione basata sul principio della mutua esclusione della percezione oggettiva e della percezione degli effetti del movimento compiuto per attuarla. A partire da tale principio W. elaborò una teoria biologica generale del rapporto tra soggetto e oggetto (detta "del ciclo della forma"), in base alla quale le forme percepite sarebbero il risultato di un processo di interazione tra percezione e movimento, mente e corpo, soggetto e oggetto, nel quale i due termini appaiono contemporaneamente o sono comunque collegati nel ciclo come un tutto organico. In campo medico, W., rifacendosi agli insegnamenti del suo maestro, l'internista L. von Krehl, alla psicanalisi e all'Esistenzialismo di M. Heidegger, pose l'accento sul significato psicologico ed esistenziale che la malattia assume per l'individuo malato e sulle conseguenze che ne scaturiscono per il rapporto paziente-medico, nonché sulla necessità di non disgiungere la malattia organica dalla personalità del paziente. L'insieme di queste sue concezioni, da lui definite patosofia, vennero esposte in Patosophie (1956). Altre opere di W. sono: Gestaltkreis (1940), Der kranke Mensch (1946), Natur und Geist. Erinnerungen eines Arztes (1954) (Stoccarda 1886 - Heidelberg 1957).