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Washington, George.

Primo presidente degli Stati Uniti. Figlio di un ricco piantatore della Virginia, nel 1752 intraprese la carriera militare, combattendo nella guerra contro la Francia (1754-59) in qualità di ufficiale delle truppe coloniali impegnate al fianco dell'esercito britannico. Distintosi nella sanguinosa battaglia di Monongahela (1755), ricevette l'incarico di riorganizzare le forze armate della nativa Virginia. Congedatosi dall'esercito, si dedicò alla gestione delle piantagioni di cui era diventato proprietario dopo il matrimonio (1759) con la ricca vedova Martha Dandridge e partecipò alla vita politica della Virginia, come membro del locale Parlamento (1759-74), esprimendosi a più riprese contro la politica coloniale britannica. Eletto delegato al primo Congresso continentale delle colonie (Filadelfia 1774), allo scoppio delle ostilità con gli Inglesi fu designato dal secondo Congresso comandante in capo dell'esercito americano (1775). Liberata Boston (1776), si preoccupò soprattutto di fortificare adeguatamente New York, senza tuttavia riuscire a tenere la città, subendo sconfitte anche nei mesi successivi. Energico e abile condottiero, con la sua forte personalità e con la sua fermezza riuscì tuttavia a garantire unità ed efficienza a un esercito esiguo, male armato e raccogliticcio. Grazie anche all'alleanza stretta con la Francia le sorti della guerra mutarono a favore degli Americani che, guidati da W., costrinsero alla definitiva capitolazione gli Inglesi a Yorktown (1781). Lasciato il comando supremo dopo la Pace di Parigi (3 settembre 1783), ritiratosi nella sua proprietà di Mount Vernon, nel 1787 accettò di rappresentare la Virginia alla Convenzione che lo elesse all'unanimità primo presidente degli Stati Uniti d'America (1789). Dando prova di larghezza di vedute, si circondò di collaboratori di vario orientamento, tra cui spiccavano A. Hamilton, ministro del Tesoro, e Rh. Jefferson, segretario di Stato: il primo nazionalista, legato agli interessi capitalistici dell'Est; il secondo democratico, difensore dell'autonomia degli Stati e legato agli interessi agricoli del Sud e dell'Ovest. Raccomandò al Congresso di varare leggi dirette a favorire l'agricoltura, la scienza e l'istruzione e guidò con mano ferma il Paese, mentre veniva creata l'indispensabile struttura politico-amministrativa e giudiziaria. Rieletto nel 1792, nel turbinio delle complicazioni internazionali create dalla guerra in Europa, agì con cautela nei confronti della Francia rivoluzionaria, decidendo di dichiarare la neutralità degli Stati Uniti. Ciò non mancò di provocare una grave crisi interna che coinvolse la sua stessa persona. Convinto che gli Stati Uniti avessero bisogno più di ogni altra cosa di un periodo di pace, non solo decise di non scendere in guerra a fianco della Francia, ma di comporre la vertenza con la Gran Bretagna, con la quale concluse un trattato commerciale (1794). Nel 1796 si rifiutò di presentare per la terza volta la sua candidatura alla presidenza e si ritirò nella sua tenuta (1797). Allorché i rapporti con la Francia peggiorarono, al punto da far paventare lo scoppio di un conflitto, W. accettò la nomina a luogotenente generale (1798) (Bridges Creek, Westmoreland, Virginia 1732 - Mount Vernon, Virginia 1799).