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Voltaire.

Pseudonimo di François Marie Arouet. Poeta, drammaturgo, letterato, filosofo, storico e polemista francese. Figlio di un notaio, studiò a Clermont presso i Gesuiti che gli diedero un'ottima preparazione e presso i quali ebbe modo di stringere amicizia con giovani della più alta società parigina. Dotato di grande intelligenza, venne introdotto dal padrino, l'abate di Châteauneuf, nella società elegante e raffinata, ma al contempo libertina, del "Temple". La sua vocazione letteraria fece ben presto capolino, caratterizzandosi fin dall'inizio per il suo spirito satirico. Più volte rinchiuso alla Bastiglia, dopo un aspro alterco con il cavaliere di Rohan si vide costretto a lasciare la Francia e a rifugiarsi in Inghilterra (1726). Il soggiorno inglese ebbe una grossa influenza sulla formazione dello scrittore e sul suo sviluppo filosofico rappresentando l'Inghilterra ai suoi occhi il Paese della libertà in ogni campo, religioso, politico, filosofico, letterario. Nel 1734 V. pubblicò le Lettere filosofiche o Lettere inglesi nelle quali, esaltando il sistema di vita inglese, condannò quello della Francia e, in generale, operò critiche violente e profonde a ogni ordine prestabilito rivelatosi al contempo insoddisfacente. Tornato nel frattempo a Parigi, V. decise di allontanarvisi e di stabilirsi a Cirey, in Lorena, presso la marchesa di Châtelet: restò con lei dieci anni, durante i quali scrisse molte tragedie (Maometto, Merope), un poema eroicomico (La Pucelle), la satira Le mondain e i Sette discorsi in versi sull'Uomo, oltre a Storia di Carlo XII (1731) e a Saggio sui costumi. Nello stesso periodo iniziò a dedicarsi al racconto filosofico, genere nel quale più tardi avrebbe eccelso. A tale proposito ricordiamo Babouc (1746) e Zadig (1747). Nel 1750, dopo la morte della sua protettrice, V. andò a Posdam, alla corte di Federico II, dove rimase tre anni, fino a quando, in disaccordo con il sovrano, fu costretto ancora una volta a spostarsi: fu a Ginevra, a Losanna, a Ferney, a Tounay e, dal 1760, nuovamente a Ferney, un piccolo villaggio destinato a divenire, grazie soprattutto agli sforzi di V., un importante centro commerciale e intellettuale, meta di molti spiriti illuminati europei del tempo. Ne 1756 V. pubblicò il Saggio sui costumi e lo spirito delle nazioni; nel 1759 fu la volta di Candido, o l'Ottimismo; nel 1763 Il trattato sulla tolleranza; nel 1764, il Dizionario Filosofico. Oltre alle molte altre opere dell'autore si ricorda la fitta corrispondenza, ricca di notazioni e di spunti filosofici altrove ampiamente sviluppati. Il pensiero di V. si snoda sulla riflessione che, nonostante la vita moderna sia comunque migliore di quella di epoche passate grazie, soprattutto, al progresso della ragione, l'intolleranza, la superstizione e una serie di pregiudizi nefasti fanno sì che la sua semplicità e chiarezza vengano in qualche modo offuscate. Il dovere primario dell'intellettuale è allora quello di lottare contro le tenebre dello spirito e del giudizio così da gettare le basi sulle quali edificare una società al cui interno gli individui si confrontino e si incontrino all'insegna della tolleranza e, se possibile, della benevolenza (Parigi 1694-1778).

LE OPERE DI VOLTAIRE

1718
1725
1730
1732
1736
1742
1743
1748
1755
1760
1762
1778
Opere teatrali
Edipo
Marianna
Bruto
Zaïre
Alzire
Maometto
La Mérope
Sémiramis
L'orphelin de la Chine
Tancrède
Olympie
Irene

1728
1733
1738
1756
1762
1715-1772
Opere poetiche
Enriade
Le temple du goût
Discorso sull'uomo
La legge naturale
La pulcella d'Orléans
Epîtres

1747
1752
1759
1767
1767
1768
1768
Opere narrative
Zadig
Micromega
Candido, o l'ottimismo
L'ingenuo
L'uomo dai quaranta scudi
La princesse de Babylone
Il toro bianco

1731
1751
1753
1754-56
1759-1763
Opere storiche
Histoire de Charles XII, roi de Suède
Secolo di Luigi XIV
Les annales de l'empire depuis Charlemagne
Saggio dei costumi
Histoirre de l'empire de Russie sous Pierre-le-Grand

1734
1763
1764
Opere filosofiche
Trattato di metafisica
Trattato sulla tolleranza
Dizionario filosofico