Centro archeologico della Mauretania Tingitana
(odierno Marocco), localizzato a Ovest di Fès, nei pressi di
Moulay-Idriss. Centro agricolo fondato dai Mauri, quindi nodo nevralgico del
commercio fenicio dell'olio, divenne probabile residenza di Giuba II, che vi
raccolse opere d'arte e, in particolare, una vasta collezione di statue bronzee.
Nel 44 d.C. l'imperatore Claudio, come ricompensa per la sua fedeltà, le
concesse il diritto di cittadinanza romana, insieme ad altri privilegi. Il
nucleo originale della città rimase però in vita sotto forma di
comune retto da sufeti. Ingranditasi, la città divenne in seguito sede di
stanziamento della tribù berbera degli Auraba, mutando il proprio nome in
Walîlî, fortemente influenzato dalla forma originaria romana
Volubĭlis (o Volubĭle). • Archeol. - I numerosi scavi hanno
portato alla luce un centro abitato, difeso, nella zona dell'acropoli, da una
cinta muraria. L'agglomerato urbano ospitava un foro, circondato da portici e
affiancato da una basilica civile dietro la quale stavano il Capitolium e un
edificio templare formato da quattro celle. La parte settentrionale della
città ospitava un arco eretto nel 217 d.C. in onore di Caracalla mentre
nel quartiere a Nord-Est vi erano molti edifici residenziali riccamente decorati
a mosaico. Altre importanti costruzioni erano rappresentate da edifici termali e
templari. Tra i numerosi reperti scultorei bronzei ritrovati in città
(probabilmente facenti parte della già menzionata collezione di Giuba II)
si segnala il cosiddetto
Efebo incoronato, copia di un originale ellenico
del V sec. a.C.