Stats Tweet

Voce, La.

Rivista culturale italiana. Prima settimanale, poi quindicinale, venne fondata nel 1908 a Firenze da G. Prezzolini, il quale, tranne che per una breve parentesi in cui fu sostituito da G. Papini, la diresse fino al novembre 1914. Accomunati dall'impronta idealista e antipositivista mutuata dalla filosofia di B. Croce e di G. Gentile, numerosi erano gli intellettuali che vi collaboravano, tra questi ricordiamo G. Amendola, G. Salvemini, A. Soffici, S. Slataper, P. Jahier e C. Rebora. Ma ben presto emersero dei contrasti tra i sostenitori di un indirizzo di tipo spiritualista e coloro che invece erano volti a problematiche politiche e sociali (questione meridionale, suffragio universale, irredentismo, ecc.). Seguirono delle scissioni: Salvemini fondò "L'Unità" (1911) e Papini e Soffici "Lacerba", mentre Prezzolini rilanciò la rivista creando la cooperativa editrice "Libreria della Voce", che pubblicò opere come Il mio Carso di Slataper (1912), Un uomo finito di Papini (1912) e Frammenti lirici di Rebora (1913). Nel 1914, a seguito delle dure critiche di Papini e Soffici proprio su "Lacerba", Prezzolini lasciò la direzione della rivista a G. De Robertis, che la mantenne sino all'uscita dell'ultimo numero (dicembre 1916). In questa seconda fase La V. fu soprattutto raccolta antologica, ospitando una letteratura esclusivamente tesa verso la ricerca formale e poetica, bene rappresentata da scrittori come G. Ungaretti, V. Cardarelli, D. Campana, R. Bacchelli e da critici quali E. Cecchi e R. Serra. Durante i suoi otto anni di vita, seppure oscillante tra nazionalismo ed ermetismo lirico e disimpegnato, nel complesso la rivista ha rappresentato un contributo notevole per la sprovincializzazione della cultura italiana dell'epoca.