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Vivaldi, Antònio.

Musicista italiano. Iniziò gli studi musicali col padre, Giovanni Battista, violinista della cappella ducale di San Marco, e li proseguì, forse, con G. Legrenzi; entrò quindi a far parte, giovanissimo, della stessa cappella di San Marco. Fu ordinato sacerdote nel 1703 (V. fu detto il Prete rosso, per il coIore dei capelli) senza tuttavia mai assumerne i compiti a causa, come ebbe a dire lui stesso, della salute cagionevole, ma è assai più verosimile che volesse dedicarsi a tempo pieno all'attività musicale. Nello stesso anno divenne professore di violino nel conservatorio femminile annesso al Pio Ospitale della Pietà, uno dei quattro famosi conservatori veneziani, del quale dal 1713 divenne responsabile unico. A parte alcuni soggiorni in città italiane ed europee (Mantova, Roma, Vienna, Praga, Amsterdam) dove lo richiamavano impegni professionali, V. visse sempre a Venezia e mantenne il suo incarico alla Pietà fino al 1740, componendovi gran parte della sua produzione musicale ed esercitandovi anche attività di direttore d'orchestra e di coro. Rimangono oscure le ragioni dei suoi ultimi soggiorni a Vienna, città dove morì in povertà. Chiacchierato per le sue frequentazioni di cantanti (soprattutto della sua interprete preferita Anna Giraud), V. venne ben presto sospeso dallo stato sacerdotale, ma questo non gli impedì di raggiungere in vita una vasta reputazione come compositore e violinista. Tuttavia la sua opera e la sua figura caddero nella totale dimenticanza e solo a partire dalla fine del XIX sec. ne venne riscoperto il genio, grazie agli studi su J.S. Bach, che apprezzava V. tanto da trascrivere per clavicembalo e per organo sei dei 12 concerti che formano la raccolta L'estro armonico. La produzione vivaldiana è enorme: comprende circa 330 concerti solistici (di cui più di due terzi per violino), 45 concerti per due strumenti solisti e orchestra, 34 concerti per tre o più strumenti solisti e orchestra d'archi, 46 "concerti ripieni" per orchestra d'archi, 23 sinfonie, 22 concerti da camera per 3-6 strumenti e basso continuo, trii, sonate, ecc. nonché circa 30 concerti andati perduti o giunti a noi incompleti; per quanto riguarda la musica vocale profana, V. dichiarava di aver composto 94 opere, delle quali però soltanto 18 ci sono giunte in forma quasi completa (tra queste L'Olimpiade, 1732; La fida Ninfa, 1732; Orlando finto pazzo; Farnace; Griselda, 1735; Il Giustino; La Verità in cimento); più nota e studiata è la produzione vocale sacra, che annovera tre oratori (tra i quali Iuditha triumphans) e 45 altre composizioni tra le quali particolarmente significative sono lo Stabat Mater, alcune sezioni di Messa, il Magnificat e il Dixit Dominus per due cori e due orchestre. Tuttavia la genialità e originalità del musicista veneziano si esprimono appieno innanzitutto nei concerti che costituiscono l'op. 3, L'estro armonico (pubblicata attorno al 1711), in quelli dell'op. 4, La stravaganza (1712-1713 circa) e dell'op. 8, Il cimento dell'armonia e dell'invenzione (pubblicata nel 1720); di quest'ultima raccolta fanno parte i quattro celeberrimi concerti Le stagioni, che sono il primo tentativo della musica strumentale di esprimere e descrivere la natura, un tentativo ripreso e portato a compimento dagli autori del poema sinfonico tardo-ottocentesco. Nelle raccolte citate emergono i caratteri distintivi del genio vivaldiano: l'incisività e la ricchezza dei temi, l'intensità lirico-drammatica, la vivacità armonica, l'agile levità dei fugati e un particolare gusto per la ricerca timbrica (Venezia 1678 - Vienna 1741).