Trattatista e architetto romano.
Vissuto quasi certamente in età augustea, compose un trattato di
architettura in dieci libri, il
De architectura. Incerte sono le notizie
biografiche inerenti a
V.
P., tanto che venne pure ipotizzata la
sua esistenza sotto l'Impero di Tito e nel corso del IV sec., né si
conoscono le fonti da cui l'autore attinse per la stesura dell'opera, né
il ruolo che essa ebbe tra i contemporanei. Nel
De architectura l'autore
menziona gli architetti greci, gli ordini architettonici e alcuni edifici della
Grecia antica, passando quindi all'esposizione delle costruzioni di ambito
romano; fornisce interessanti e illuminanti precisazioni riguardo l'edificazione
di basiliche, terme, teatri, porti, abitazioni, ecc., occupandosi inoltre delle
decorazioni pittoriche parietali di cui dà anche un giudizio estetico.
Infine illustra le tecniche costruttive, l'impiego dei colori, la realizzazione
dei mosaici e altre notizie di carattere antiquario. L'opera di
V.
P. ebbe interesse sporadico nel Medioevo, ma acquistò
fama duratura nel Rinascimento quando vennero ristampate numerose edizioni del
testo (fra Giocondo, 1511; C. Cesariano, 1521; G.B. Caporali, 1536; D. Barbaro,
1556) successive a quella del 1486, curata da Giovanni Sulpizio da Veroli (I
sec. a.C.).