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Vita.

Condizione propria degli organismi viventi, intesa come il complesso di fenomeni bio-chimici che determinano l'attività di tali esseri (da quelli unicellulari ai sistemi complessi) dalla nascita alla morte. ║ Nel linguaggio comune, esistenza, periodo temporale compreso tra la nascita e la morte di un individuo; il tempo in cui si vive. Il termine è spesso usato in locuzioni in contrapposizione a morte: essere tra la v. e la morte. ║ Per traslato, la v. dopo la morte: è passato a miglior v. ║ Forza, istinto, impulso a vivere; con valore affine a vitalità, identifica l'atteggiamento psicologico di una persona che si distingue per vivacità, intraprendenza e operosità: un uomo, una donna piena di vita. ║ Forza vitale, energia universale che anima ogni essere: l'acqua è fonte di v. ║ Per traslato, l'elemento che rappresenta l'interesse primario, lo scopo fondamentale di un'esistenza: la musica era la sua v. ║ Per traslato, ciò che consente la sopravvivenza, che risponde alle necessità materiali primarie: si guadagnava la v. con umili incarichi. ║ Sezione del corpo che si trova sopra i fianchi, all'altezza della cintura. ║ Per estens. - La parte degli abiti corrispondente alla v.: questo vestito ha la v. troppo bassa. ║ A v.: detto di cose o incarichi che durano per tutta l'esistenza: fu nominato senatore a v. ║ In v. mia, sua, ecc.: locuzione spesso usata enfaticamente per indicare l'intero tempo vissuto da una persona: non le ha mai detto una parola gentile in tutta la sua v.! V. pubblica / privata: locuzioni indicanti i diversi e opposti ambiti di attività di una persona che esercita cariche politiche e amministrative: è ugualmente riservato nella v. pubblica come in quella privata. Su con la v.: espressione di senso figurato che invita a raddrizzare il busto, la cui curvatura è segno di tristezza e scoraggiamento, e dunque sprona a non avvilirsi: non prendertela, su con la v.! • Stat. - Speranza media di v.: in ambito demografico e di statistica delle popolazioni, si intende per v. media o speranza media di v. il numero medio di anni che si calcola che un individuo di una determinata popolazione, in equilibrio demografico, possa aspettarsi di vivere. Tale cifra è il risultato della valutazione di appositi indici di sopravvivenza e mortalità riferiti a quella popolazione. Analogamente, la v. media residua rappresenta il numero di anni che un individuo di una certa età può attendersi di vivere, a fronte di una determinata v. media. • Biol. - Una definizione univoca ed esauriente della v. da un punto di vista scientifico è obiettivo ancora non raggiunto, in quanto molte proposte si sono dimostrate incomplete (a partire da quella meccanicistica di Lavoisier: "la v. è una funzione chimica"). In termini generici, si può affermare che la v. è un complesso di attività e di funzioni comuni a tutti gli organismi viventi, pur se molto differenti l'uno dall'altro (dagli unicellulari ai corpi più complessi). In riferimento ai viventi è possibile individuare alcune caratteristiche comuni che, indirettamente, possono aiutare ad elaborare una definizione della v. in quanto tale. Gli esseri viventi: sono generati da altri esseri viventi; si autoriproducono, mantenendo una morfologia praticamente costante; hanno come propria unità di base la cellula; sono dotati di morfogenesi autonoma, cioè sono in grado di sostenere la crescita della propria struttura in autonomia, ricavando le sostanze chimiche a ciò necessarie dall'ambiente circostante (metabolismo); sono sistemi aperti, cioè in costante rapporto con l'ambiente, da cui ricevono stimoli e a cui reagiscono; non sono perenni ma soggetti a un ciclo vitale, durante il quale la riproduzione è il momento a cui si connette la continuazione della specie e insieme la varianza evolutiva attraverso le generazioni (V. anche EVOLUZIONISMO). ║ Sostanze chimiche necessarie alla v.: su 90 elementi chimici naturali presenti nella crosta terrestre e nell'atmosfera, solo 24 sono necessari alla vita organica. I quattro elementi di gran lunga più rappresentati nella biosfera sono l'ossigeno, l'idrogeno, il carbonio e l'azoto. Questi ultimi non sono affatto abbondanti nella crosta terrestre, dove sono invece presenti in altissima percentuale alluminio, silicio e ferro, ma, al contrario, sono rilevati nell'acqua di mare insieme a tutti gli elementi chimici presenti negli organismi viventi; non a caso si ritiene che la v. sulla Terra abbia avuto origine dal mare. I quattro elementi chimici citati hanno rivestito un ruolo tanto importante nell'origine dei sistemi viventi in quanto sono dotati di una serie di qualità che si sono dimostrate essenziali allo sviluppo di organismi (capacità di formare legami covalenti tra loro e con altri elementi, realizzando una grande varietà di composti; solubilità in acqua e liposolubilità dei composti; ecc.). Con l'aggiunta di fosforo e zolfo essi sono i componenti delle principali molecole della v.: amminoacidi, carboidrati, acidi grassi, nucleotidi. Ciascuna di queste molecole può a sua volta combinarsi a formare polimeri (cioè macromolecole che ripetono più volte la molecola base) quali le proteine, gli acidi nucleici, il glicogeno, ecc. ║ Le origini della v.: la domanda sulle origini della v. riguarda il modo in cui un sistema fisico complesso assunse le caratteristiche cellulari, di un'entità cioè in grado di accrescersi e riprodursi. Gli scienziati (A.I. Oparin, J.B.S. Haldane, J.D. Bernal, M. Calvin), osservando che tutte le forme viventi sono accomunate dalla presenza delle medesime macromolecole, hanno ipotizzato che, a partire da composti inorganici, si sia verificata la sintesi di prebiotica di macromolecole. Ciò avvenne, con ogni probabilità, a livello dell'atmosfera che, per effetto del raffreddarsi della crosta terrestre, doveva essere assai ricca di vari composti. Ossigeno, azoto, idrogeno e carbonio sottoposti ai flussi di energia derivata dalle radiazioni ultraviolette del sole e alle scariche elettriche che percorrevano l'atmosfera determinarono la sintesi di biomolecole (prebionti) che man mano si accumularono in mare. L'accumulo nell'oceano di alte percentuali di reagenti inorganici e biomelocole costituì un ambiente particolare che gli scienziati hanno battezzato "brodo primordiale". In esso agirono ulteriori elementi catalizzatori delle reazioni che portarono alla sintesi di proteine funzionali e soprattutto degli acidi nucleici, su cui poggia tutto il sistema di corretta trasmissione e riproduzione delle funzioni vitali. Secondo studi condotti negli anni Sessanta del XX secolo, l'acido ribonucleico (RNA) fu la prima macromolecola, da cui grazie all'intervento di particolari enzimi diffusi in natura, si originò l'acido desossiribonucleico (DNA). Inoltre, l'RNA ha dimostrato di avere capacità catalitiche e di polimerizzazione. Anche se non tutti i passaggi successivi sono chiari, sembra deporre a favore della primogenitura dell'RNA il fatto che ogni organismo vivente, dai virus ai più complessi, è accomunato dalla presenza di un codice genetico. Se il processo di sintesi delle prime molecole è ancora assai indefinito agli occhi degli studiosi, lo studio dei primi organismi cellulari poggia su basi più certe, anche grazie al contributo delle paleontologia e dei reperti fossili. I più antichi risalgono a 3,5 miliardi di anni fa: sono stati rinvenuti in sedimenti precambriani del Sudafrica e sono visibili solo al microscopio elettronico e in qualche caso a quello ottico. Si trattava di batteri ancora incapaci di attività fotosintetica. Dalle ricerche in argomento sono state individuate tre differenti, autonome e contemporanee linee di organismi cellulari: gli archeobatteri, gli eubatteri e gli eucarioti. Intorno ai 3 miliardi di anni fa erano attivi i primi esseri capaci di fotosintesi (autotrofi): essi diedero inizio alla produzione di ossigeno, collaborando alla costituzione di un'atmosfera che, intorno ai 2 miliardi di anni fa, grazie all'altissima percentuale di ossigeno divenne capace di ospitare i primi organismi eterotrofi. ║ Gli organismi viventi sono di norma divisi nei due regni animale e vegetale. Il criterio seguito oggi per operare tale distinzione è quello inerente al metabolismo: gli animali sono organismi eterotrofi che si sostentano mediante l'introduzione nel proprio corpo di sostanze nutritive prese dall'ambiente esterno. I vegetali sono organismi autotrofi, in grado di trasformare sostanze inorganiche di partenza (acqua, sali, anidride carbonica) in sostanze nutritive. • Fis. - V. media: con riferimento a un sistema microscopico assegnato, valore medio dell'intervallo di tempo che intercorre tra l'inizio dell'osservazione e l'istante in cui ha luogo il decadimento. Tutti gli oggetti microscopici (atomi, nuclei, particelle elementari) possono compiere spontaneamente transizioni o decadimenti verso stati caratterizzati da energia minore, accompagnati da emissione di energia sotto forma di fotoni, nei decadimenti di particelle in stati inizialmente eccitati, elettroni o particelle alfa, nei decadimenti radioattivi dei nuclei, altre particelle, nei decadimenti delle particelle elementari. Si osserva sperimentalmente che se all'istante iniziale t = 0 sono presenti N0 sistemi microscopici nello stato iniziale, dopo un intervallo di tempo t decade una frazione pari a 1 - exp(-t/τ), dove τ è, appunto, la v. media dello stato (legge esponenziale del decadimento); in un intervallo di tempo dt molto piccolo rispetto alla v. media, pertanto, la probabilità di decadimento è costante e pari a dt/τ, dato che risulta dt/τ = -dN/N, essendo -dN il numero dei decadimenti nell'intervallo di tempo dt e -dN/N la frequenza dei decadimenti. La v. media è soggetta alla legge di dilatazione relativistica del tempo, e va considerata, pertanto, nel sistema di riferimento di quiete dell'oggetto microscopico in esame: se questo si muove con velocità v rispetto all'osservatore, la sua v. media risulterà pari a τ/(1 - v2/c2)1/2, essendo c la velocità della luce nel vuoto. La natura probabilistica del concetto di v. media deriva direttamente dalla meccanica quantistica, in particolare dal principio di indeterminazione di Heisenberg: non è possibile, infatti, determinare quando una particella subirà un decadimento, ma solo calcolarne la probabilità di decadimento. La misurazione della v. media, caratteristica per ogni sistema microscopico instabile, fornisce indicazioni dirette sulle interazioni che causano il decadimento. • Dir. can. - V. in comune: convivenza in una stessa casa di membri del clero secolare (il clero regolare, che si organizza in proprie case e conventi la pratica per sua stessa natura). • Filos. - V. attiva e v. contemplativa: secondo la distinzione aristotelica, la prima indica l'attività teoretica, definita come il culmine ideale cui l'uomo può aspirare, la seconda le attività pratiche, manuali e non, definite come necessarie ma inferiori. Attraverso il filtro della religiosità medioevale, la vita contemplativa assunse una notazione prettamente sacra e intesa come orientamento dello spirito che si prepara alla v. ultraterrena. Solo in età moderna si ebbe una radicale rivalutazione della dimensione pratica a fronte di quella teoretica. ║ Filosofia della v. (Lebensphilopsophie): orientamento filosofico attivo tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX. Ebbe le sue radici in talune tematiche proprie del Romanticismo, riprendendo in parte le distinte lezioni di Schopenhauer (volontà di v. come forza che eccede la ragione) e di Nietzsche (v. come crescita e mutamento, in opposizione ad ogni sapienza che pretenda di stabilire certezze in una dimensione di staticità). Vari esponenti di questa corrente di pensiero (J. Ortega, O. Splenger) hanno individuato nella perdita di vitalità (cioè di movimento, rinnovamento) della civiltà e del pensiero occidentale la causa della crisi: la conservazione delle certezze acquisite durante fasi precedenti della storia del pensiero avrebbe comportato la perdita di contatto con la v. attuale. A partire da tale convinzione si pervenne talvolta a porre un'antinomia tra v. e ragione. • Econ. - Costo della v.: somma di denaro che si calcola come occorrente al mantenimento di una persona (o di un nucleo familiare), relativamente ai generi di prima necessità o di comune consumo e ai servizi essenziali, durante un periodo di tempo standard. Tale somma è variabile al variare del costo di beni e servizi che fungono da indici (si parla anche di paniere per indicare il complesso di beni e servizi che vengono considerati come indicatori del costo della v.). • Mar. - A v.: espressione di avvertimento che viene rivolta a chi si trovi in una posizione o in un luogo dove, a causa di una manovra in corso, può essere esposto a pericoli. Invito a spostarsi: a v. sul ponte!