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Visconti-Venosta.

Famiglia nobile italiana. Deriva dalla famiglia dei Venosta, nobili di origine tirolese. Capostipite fu Egano (menzionato nel 1131) ai cui pronipoti Egano e Gabardo è attribuita l'origine, rispettivamente, dei conti di Mätch e del ramo dei Venosta di Valtellina. Visconte, discendente di Gabardo, ebbe come padrino Filippo Maria Visconti, duca di Milano, che in segno di stima concesse a lui e alla sua discendenza l'onore di assumere il cognome Visconti (da allora, 1419, legato a quello dei Venosta) e di inquartarne le armi. La famiglia ebbe conferma di nobiltà nel 1816 e titolo marchionale nel 1876. ║ Marco Antonio: fu tra gli animatori, nel 1620, delle lotte politico-religiose della Valtellina contro i Grigioni (secc. XVI-XVII). ║ Nicola: tra i partecipanti alle lotte dei Valtellinesi per la riunificazione alle provincie lombarde, operò il trasferimento della famiglia a Milano (1752-1828). ║ Emilio: patriota e uomo politico italiano, nipote di Nicola. Mazziniano in gioventù, si avvicinò, col tempo, a posizioni moderate che lo portarono alla Camera tra le fila della Destra (1861) per il Governo della quale fu ministro degli Esteri in tre momenti diversi (1863-64; 1866-67; 1869-76) durante i quali dovette affrontare problematiche importanti quali la preparazione della Convenzione di settembre (1864), la liberazione di Roma (1870) e la Legge delle Guarentigie (1871), oltre ai vari tentativi di avvicinamento dell'Italia agli Imperi Centrali. Dopo la caduta della Destra venne nuovamente nominato ministro degli Esteri (1896-98; 1899-1901). Fu l'artefice dell'accordo italo-francese del 1902 e primo delegato italiano alla Conferenza di Algeciras sulla questione marocchina (Milano 1829 - Roma 1914). ║ Giovanni: romanziere e poeta italiano, fratello di Emilio. Mazziniano, convertitosi poi a idee monarchiche, fu romanziere di stampo manzoniano (Il curato d'Orobio, 1886) e scrittore autobiografico (Ricordi di gioventù, 1904). Pubblicista vivace, si dedicò anche alla parodia (La partenza del crociato, inserita nel già citato Ricordi di gioventù) (Milano 1831-1906).