Disposizione a perseguire il bene come fine
a sé stesso, fuggendo il male; abito, coscientemente acquisito, di
comportarsi secondo la legge imposta dalla morale vigente:
uomo di grandi
v. ║ Per estens. - Di qualsiasi buona disposizione a osservare
determinati doveri o a compiere determinate azioni:
v.
civili.
║ Qualità, pregio, dote:
possedere molte v. ║
Proprietà attiva di erbe, acque, altri corpi o sostanze:
un fiore con
v.
medicinali. ║
In v.
di,
per v.
di: in forza di, grazie a. ║
Fare di necessità v.:
adattarsi alle circostanze. ║ Ant. - Forza per cui l'individuo, in modo
consapevole e perseverante, persegue il fine che si è posto, superando
ogni avversità; valore, coraggio:
combattere con grande v.;
potenza, capacità, riferita soprattutto a singole facoltà
psichiche o intellettuali:
v.
visiva. • Teol. - Abito
operativo per cui si vive rettamente:
praticare,
amare la v.
║ La teologia cattolica distingue le
v. secondo l'oggetto a cui
sono rivolte:
v.
intellettuali, che perfezionano l'intelletto, e
v.
morali, che orientano la volontà al bene;
v.
naturali, acquisite con l'esercizio di atti buoni, e
v.
infuse, effetto della Grazia divina. Comunemente i teologi ritengono che
nelle
v. infuse rientrino sia le
v.
teologali (fede,
speranza e carità), che hanno Dio per oggetto formale, sia le
v.
morali, che hanno per oggetto formale qualcosa di diverso da
Dio. Le principali
v. morali sono quelle
cardinali: prudenza,
giustizia, fortezza, temperanza. • Filos. - Il termine
v., tanto in
greco (
aretè) quanto in latino (
virtus), aveva in origine
il significato di eccellenza di qualche qualità, non limitata all'agire
umano. Nella concezione classica della vita la
v. umana era soprattutto
la forza d'animo in quanto disprezzo della morte e del dolore, non disgiunta
dalla vigoria fisica, dal valore militare. Con Socrate la
v. diviene
oggetto di indagine filosofica e si identifica con la conoscenza. Seguendo
questa impostazione, Platone fa dipendere le
v. proprie dell'anima umana
dal dominio della parte razionale di essa sulle parti irrazionali. Nella
Repubblica le
v. principali (la temperanza, la fortezza, la
prudenza e la giustizia, denominate poi dal pensiero cristiano
v.
cardinali), sono poste alla base dell'ottimo Stato politico. Aristotele
concepisce la
v. come
abito, inteso come disposizione stabile
dell'anima, che l'uomo non possiede per natura ma che acquisisce attraverso
l'esercizio. Aristotele distingue inoltre le
v.
dianoetiche,
legate alla parte razionale dell'anima e relative alla conoscenza filosofica,
dalle
v.
etiche, derivanti dal dominio dell'impulso sensibile
secondo il criterio del "giusto mezzo" fra gli estremi. La saggezza, o
prudenza, diventa l'unica
v. tanto nella concezione epicurea quanto in
quella stoica. Gli epicurei la intendono come calcolo razionale dei piaceri; gli
stoici la contrappongono alla forza irrazionale e incontrollabile delle passioni
in una prospettiva ascetica. Il Cristianesimo introduce l'idea di
v.
soprannaturali (abiti infusi nell'uomo da Dio), comunemente dette
v.
teologali, in contrapposizione a quelle puramente umane
considerate dall'etica antica. Nel pensiero moderno la
v. viene intesa da
un lato come sacrificio di sé e dall'altro come spontaneità,
impulso naturale. Kant afferma il concetto di
v. come sacrificio,
tensione, sforzo per conformarsi alla legge morale contrastando le inclinazioni
sensibili e gli interessi individuali. La
v. è pertanto la
sottomissione della volontà a ciò che è comandato
dall'"imperativo categorico" (forma che la legge morale assume
nell'uomo e in genere in ogni ente razionale finito). Hegel e Marx, superando il
livello delle "virtù private", affermano che la piena
realizzazione dell'uomo è possibile nell'ordine oggettivo della
società e dello Stato. La filosofia contemporanea ha posto in primo piano
l'esigenza di una fondazione oggettiva della morale, spostando l'analisi
dall'indagine delle
v. allo studio dei fondamenti e dell'ordine dei
valori. • Icon. - Dal Medioevo le sette
v. sono rappresentate da
figure femminili contraddistinte da specifici attributi simbolici: la bilancia e
la spada per la Giustizia, uno specchio e un serpente per la Prudenza, due vasi
o brocche per la Temperanza, ecc. Le raffigurazioni della lotta tra le
V.
e i Vizi, in cui le prime sono armate, traggono la loro origine letteraria dalla
Psychomachia di Prudenzio (i rilievi del portale della cattedrale di
Aulnay risalgono al XII sec., quelli di Notre-Dame a Parigi sono del XIII
sec.).