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Villon, François.

Pseudonimo di François Montcorbier. Poeta francese. Affidato giovanissimo dalla madre alle cure dell'ecclesiastico Guillaume de V., da cui prese il nome, V. fu baccelliere nella facoltà delle Arti a Parigi dove, nel 1452, ottenne la licenza e il diploma di maestro. Dedicatosi in seguito a una vita violenta e randagia, fu protagonista di atti illeciti di varia natura, partecipando a risse, rapine, omicidi, per i quali trascorse numerosi periodi in carcere. Nel 1462 venne condannato a morte, ma l'anno successivo la pena gli venne commutata in esilio decennale da Parigi e da quel momento se ne persero le tracce. Poeta stilisticamente legato alla tradizione medievale, V. fu figura fortemente innovativa grazie soprattutto alla grande inventiva e all'ardita commistione di religiosità e irriverenza che caratterizzò la sua vita e la sua produzione in versi. La grande umanità, la pietà che traspare dalle sue poesie, soprattutto ballate, raggiungono livelli di misticismo che solo i brutali riferimenti alla quotidianità riescono a stemperare. Tra i suoi lavori ricordiamo: Lais (o Le petit Testament), composto nel 1456 durante la preparazione della sua fuga da Parigi dopo una rapina al collegio di Navarra messa a punto la notte di Natale; Testament (o Le grand Testament), scritto nel 1461 dopo il suo rilascio dal carcere, successivo all'insediamento al trono di Luigi XI; una serie di componimenti e di ballate (Ballade des dames du temps jadis, Ballade pour prier Nostre Dame, Ballade des pendus) (Parigi 1431 - dopo il 1463).