(dal latino
villa: podere). Casa di
campagna, in genere ampia ed elegante e circondata da giardino, parco o simile,
perlopiù situata all'interno di un podere. ║ Abitazione
unifamiliare di un certo lusso, dotata di un giardino più o meno esteso e
costruita nei quartieri residenziali della città ║
V.
comunale: in certe regioni, denominazione del giardino pubblico della
città. ║ Nella corografia medievale, piccolo centro rurale
comprendente svariate aziende agricole o anche, con senso più generico,
borgo, villaggio. Traccia di questo significato è rimasta nei toponimi
quali
Villabate,
Villalago,
ecc. • Arte - Pitture
egiziane attestano l'esistenza di
v. presso gli Egiziani; i Babilonesi e
i Persiani, ma non presso i Greci. Le
v. suburbane furono molto care,
invece, ai Romani, soprattutto dal I sec. a.C. in avanti: la
v. romana si
sviluppava intorno a una corte centrale, con bagni e cucina a Sud, il
torcularium per l'olio e il fienile a Est, le cantine a Nord, i locali di
servizio e il granaio al piano superiore. Una concezione analoga a quella della
v. romana si ritrova nelle
v. dell'Estremo Oriente, che
risultavano costituite da padiglioni posizionati fra giardini di non vaste
dimensioni, a loro volta inseriti abilmente fra i vari ambienti dell'abitazione.
Nel Medioevo, a causa dell'insicurezza che caratterizzò per secoli, dopo
la caduta dell'Impero Romano, la vita fuori delle ben difese mura cittadine, la
v. conservò a lungo un aspetto, di fortilizio; fu nel XIV sec. che
il paradigma architettonico andò modificandosi, finché, in
età rinascimentale prima e barocca poi, le forme chiuse furono
definitivamente sostituite da soluzioni dalle caratteristiche dichiaratamente
monumentali. Fu in questi secoli che si affermarono varie scuole a base
regionale: A. Palladio inaugurò la tradizione delle
v. venete,
distese in amplissimi spazi e perfettamente inserite nel paesaggio disegnato dal
canale di Brenta e dai colli Euganei; in Piemonte si diffuse l'uso di affrescare
le facciate della
v. signorile (palazzina di caccia di Stupinigi di F.
Juvara); in Lombardia, vennero costruite
v. di spettacolare
grandiosità, specialmente grazie alle complesse sistemazioni a giardino.
A partire dalla seconda metà del XVIII sec., con l'affermarsi del
giardino ispirato a una vaga imitazione della natura nei suoi aspetti più
romanticamente pittoreschi, la
v. perse, però, il carattere
monumentale, fino a evolvere, nella seconda metà del XIX sec., nel
villino.