Poeta, romanziere e drammaturgo francese.
Appartenente a un antica famiglia nobile decaduta con la Rivoluzione, trascorse
l'infanzia e la prima giovinezza a Parigi, dove studiò al Lycée
Bonaparte. A disagio nella Francia napoleonica, vide nella Restaurazione del
1814 un'occasione di riscatto. Deciso a far parte dell'esercito, nel 1814
entrò nel corpo dei Moschettieri rossi in qualità di sottotenente,
ma lo scioglimento del corpo, dopo i Cento Giorni, lo obbligò a passare
al V Reggimento di Guardia. La sua voglia di azione si scontrò con la
realtà delle guarnigioni di retrovia finché, nel 1823,
V.
decise di prendere parte, come capitano, alla campagna di Spagna. La sua
unità, designata al controllo della frontiera, non partecipò
attivamente alla battaglia e
V. iniziò a maturare l'idea di un
abbandono dell'esercito. Intanto, nel 1822, aveva pubblicato la prima raccolta
di dieci liriche,
Poèmes, e aveva composto
Moïse, e
nel 1823, due misteri in tre canti,
Eloa e
Le déluge,
ispirati direttamente dalla produzione di Byron. Nel dicembre 1824
V.
ottenne il congedo prolungato dall'esercito (nel 1827 sarà trasformato in
permanente) e l'anno dopo sposò una giovane dama inglese, Lydia Bunbury,
con la quale si trasferì a Parigi, iniziando a frequentare i salotti
letterari romantici della città. Nel 1826 uscirono
Cinq-Mars, un
romanzo storico (vi è narrata una congiura ordita nel 1639 contro il
cardinale Richelieu) riconducibile per stile e impianto ai romanzi di W. Scott,
e la prima edizione di
Poèmes antiques et modernes (l'edizione
definitiva sarebbe apparsa solo nel 1837), della quale facevano parte anche
Moïse,
Eloa e
Le déluge. Tra il 1828 e il 1829
tradusse in francese, adattandoli al ritmo alessandrino, alcune opere di
Shakespeare:
Romeo et Juliette,
Otello (divenuto
Le more de
Venise) e
Il mercante di Venezia (divenuto
Shylock). Il suo
interesse per il teatro e la frequentazione degli ambienti teatrali favorirono
il suo incontro con l'attrice Marie Dorval con la quale iniziò una lunga
e tormentata relazione. Nel 1830 la rivoluzione borghese di Luigi-Filippo lo
colpì profondamente, provocando in lui uno scoramento tale da determinare
un temporaneo abbandono della poesia e una maggiore concentrazione sulla prosa,
intesa come mezzo di denuncia della società moderna. Nel 1832 uscì
Stello, un romanzo nel quale erano presentate le esistenze di tre poeti
vittime di un Governo che ne temeva e disprezzava il genio (N. Gilbert, A.
Chénier e Th. Chatterton); nel 1835 la tragedia
Chatterton, ancora
ispirata alla vita del poeta inglese, e
Servitude et Grandeur militaire,
tre racconti nei quali veniva mostrata la condizione del soldato. Del 1837
è
Daphné, unica parte di tre originariamente progettate a
seguito di
Stello. Il 1837 fu l'anno decisivo della vita del poeta: la
morte della madre, alla quale era molto legato, l'aggravarsi delle condizioni di
salute della moglie e la fine della sua relazione con M. Dorval provocarono in
V. una disillusione tale da determinare il suo allontanamento da Parigi e
il suo ritiro in una tenuta presso Angoulême. Lì si dedicò
alla letteratura, alternando il suo isolamento con periodiche visite a Parigi
dove, nel 1845, venne eletto all'Académie Française e dove si
presentò, con poco successo, alle elezioni successive la Rivoluzione del
1848. Degli undici poemi del periodo, solo sette apparirono sulla "Revue
des Deux Mondes": tutti vennero raccolti e curati da Louis de Ratisbonne
che li pubblicò nel 1864, un anno dopo la morte del poeta, con il titolo
Les Destinées- Poèmes philosophiques. Di questi si
ricordano soprattutto
La Mort du Loup, scritto nel 1838, e
La Maison
du Berger, del 1844. Lo stesso Ratisbonne curò la pubblicazione del
Journal d'un poète (postumo, 1867), mentre nel 1905 apparve un
volume di
Correspondance. Poeta fiero e profondo,
V. non
dimenticò mai la realtà che non solo volle fare entrare nelle sue
opere, anche quelle più squisitamente liriche e personali, ma che divenne
spesso fonte di ispirazione per pagine di forte meditazione ideologica e morale
(Loches, Turenna 1797 - Parigi 1863).