Apparecchio per la registrazione e la
riproduzione di immagini video, costituito schematicamente da un dispositivo per
la registrazione dei segnali video su opportuno supporto e da un dispositivo per
la riproduzione dei segnali. In particolare, il
v.
da tavolo
è un diffuso apparecchio di uso domestico che, collegato al televisore,
consente di registrare i segnali televisivi su nastro magnetico (generalmente
cassetta VHS) e con il quale è possibile riprodurre le immagini
così registrate. I dispositivi che trasferiscono il segnale sul supporto
di registrazione formano nel loro complesso il
v. propriamente detto,
mentre quelli di lettura e riproduzione formano il
videoriproduttore. In
riproduzione, un apposito dispositivo permette di ottenere una copia fedele del
segnale video originale, il quale può essere visualizzato sullo schermo
di un normale televisore (o su un monitor). I
v. presenti sul mercato
dell'elettronica di consumo consentono, oltre alla riproduzione sullo schermo
televisivo di cassette preregistrate acquistate sul mercato commerciale, la
registrazione di una o più trasmissioni anche quando il televisore
è spento, oppure quando è sintonizzato su un canale diverso da
quello sul quale avviene la trasmissione che si vuole registrare. Grazie ad un
ulteriore dispositivo, controllato da un microprocessore,
è
inoltre possibile programmare l'ora di inizio e fine di una registrazione. La
diffusione del
v. ha poi determinato la progressiva scomparsa,
nell'ambito amatoriale, del classico proiettore; anche in fase di registrazione
la cinepresa con pellicola a passo ridotto è stata sostituita da
telecamere portatili che utilizzano direttamente videocassette standard. Ormai
ampiamente diffusi tra i videoamatori sono i
camcorder (acronimo di
camera e
recorder), apparecchi integrati portatili che comprendono
sia la telecamera che il
v. Il sistema più usato per
videoregistrare è quello su nastro magnetico, affermatosi grazie alla
grande versatilità e al basso costo. Fra i primi standard di
videoregistratore professionale ci fu il sistema
Ampex, utilizzato
tuttora per la riproduzione del materiale di archivio, introdotto nel 1956 e che
utilizza bobine di nastro di 5,08 cm (due pollici) che scorre tra quattro
testine montate su un tamburo rotante alla velocità di oltre 40 m/s. A
livello amatoriale, grazie al ridotto ingombro e all'estrema semplicità
di utilizzo, lo standard di registrazione più diffuso è tuttora
quello su videocassetta (denominato VCR), che impiega nastri da mezzo pollice di
larghezza (standard VHS). Si vanno diffondendo anche i
v. a tecnica
digitale: ogni immagine video viene inviata a un circuito elettronico, che la
trasforma in segnali digitali e la immette in una memoria RAM. Il segnale viene
poi nuovamente convertito in forma analogica, e inviato agli stadi di pilotaggio
del cinescopio. Tale tecnica permette di utilizzare la funzione di "fermo
immagine" senza provocare usura del nastro, come invece accadeva nei
v. tradizionali. Lo standard VHS sta a sua volta cedendo il passo al
sistema DVD (digital video disc), consistente in un compact disc ad alta
capacità (fino a 8,5 GB) dove è possibile registrare fino a 135
minuti di immagini con audio stereo.