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Vibo Valèntia.

Città della Calabria e capoluogo della provincia omonima. È situata a 476 m s/m., sull'orlo nord-orientale del Poro. 33.957 ab. CAP 89900. • Econ. - Attivo porto peschereccio e commerciale, V.V. è un importante centro industriale (materiali per l'edilizia, materiale ferroviario, industrie chimiche e alimentari). • St. - Colonia greca fondata, col nome di Ipponio, alla fine del VII sec. a.C. in un luogo già abitato da popolazioni indigene, fu in guerra con Locri una prima volta nel 422 a.C. e ancora, quale membro della Lega italiota, nel 389 a.C. Sconfitta da Dionisio, con cui Locri era alleata, fu rasa al suolo, ma fu ricostruita già dieci anni dopo grazie all'aiuto cartaginese. Divenne, quindi, possedimento dei Bruzi (356 a.C.) e tale rimase fino alla colonizzazione romana del 192 a.C. (che le attribuì anche il nome attuale), salvo due brevi periodi, uno dal 336 al 331 a.C., in cui fu assoggettata da Alessandro il Molosso, e un secondo nel 294 a.C., quando fu conquistata da Agatocle. Elevata a municipio dopo la guerra sociale, iniziò per V.V. un periodo di straordinario rigoglio economico. Sede di vescovado dal V sec., fu fortificata dai Bizantini, ma non sfuggì alle devastazioni saracene dell'850 e del 983, che aprirono una fase di decadenza e suggerirono il trasferimento del vescovado a Mileto (1076). L'area ove sorgeva V.V. era, tuttavia, di rilevanza strategica, cosicché, dopo che già nel 1056 Ruggero d'Altavilla vi aveva edificato un castello, nel 1235 Federico II ordinò la ricostruzione della città, che prese il nome di Monteleone di Calabria. Feudo nel XV sec. dei Caracciolo, poi dei Brancaccio, passò, infine, nel XVII sec. ai Pignatelli. • Archeol. - Della città greca rimangono parti delle mura e i resti di quattro templi sul colle di Belvedere e di due altri templi sull'altopiano del Cofino. Poco rimane, invece, della città romana, di cui, peraltro, sono state individuate le terme e il teatro. La città è dominata dal castello, a partire dal quale si dipartono le vie (rifatte dopo il terremoto del 1905) che congiungono la rocca al borgo medioevale, caratterizzato da suggestive viuzze intricate. Di rilevanza artistica sono la chiesa di San Michele (1519, con campanile secentesco), il duomo (secc. XVII-XVIII, sul luogo di una basilica bizantina del IX sec.), che contiene opere d'arte di pregio, e le chiese del Carmine, di San Giuseppe e dello Spirito Santo (secc. XVII-XVIII). ║ Provincia di V.V. (1.139 kmq; 170.746 ab.): fu istituita nel 1992 staccando il Poro, la valle del Mesima e il versante tirrenico della Serra da quella di Catanzaro. L'economia è prevalentemente di tipo agricolo-pastorale, anche se a partire dagli anni Sessanta si è sviluppato il turismo (Tropea, Pizzo, Vibo Valentia Marina) e sono state aperte alcune piccole industrie. Centri principali: Tropea, Pizzo, Nicotera, Serra San Bruno.