Indumento, abito. ║
V.
talare:
sottana nera indossata dal sacerdote cattolico. ║
V.
da
camera: V. VESTAGLIA. ║ Insieme di
indumenti che ricoprono una persona (specialmente al plurale):
v.
discinte. ║ Per estens. - Rivestimento, copertura:
la v.
di
un fiasco. ║ Fig. - Aspetto esteriore, forma. ║
V.
tipografica,
editoriale:
un modo in cui è stampata e
presentata una pubblicazione a stampa. ║ Fig. - Qualità, funzione,
facoltà:
si presentò al ricevimento in v.
di sindaco
(non come privato, ma nell'esercizio della sua carica). ║ Fig. - Diritto,
autorità:
avere v.
per dare disposizioni. • Encicl. -
L'origine delle
v. è da ricercarsi sicuramente nel bisogno di
difendere il corpo dalle intemperie, ma deve essere ricollegato in qualche
misura anche a credenze di carattere magico, a rituali di carattere apotropaico
o a funzioni simboliche. In una fase successiva, le
v. cominciarono a
differenziarsi in relazione alla condizione sociale e al mestiere esercitato.
Non è possibile individuare con certezza il periodo in cui si
cominciò a ricercare anche l'eleganza. In Europa i cambiamenti delle
v. nella storia sono stati molto più rapidi e accentuati che non
nelle civiltà asiatiche; grandi ripercussioni sul modo di confezionarle
ebbero quegli eventi storici, come le Crociate o le grandi scoperte, che
portarono le civiltà occidentali a contatto con altre civiltà e
permisero l'utilizzo di nuove materie prime. Particolarmente sontuose e colorate
furono le
v. rinascimentali: l'Italia ebbe in quell'epoca un'importanza
fondamentale nel determinare le tendenze della moda; nel Seicento fu rilevata in
questo ruolo dalla Spagna, che, a sua volta, nel secolo successivo cedette il
passo alla Francia. Allo sfarzo delle
v. signorili, in età
moderna, faceva da contrappunto la grande semplicità di quelle dei
popolani. Nell'Ottocento si cominciò progressivamente a colmare la
distanza tra le
v. delle varie classi sociali e si fece strada, venuti
meno alla fine del secolo gli sfarzosi costumi locali della civiltà
contadina, una sostanziale uniformità. • Lit. -
V.
liturgiche: insieme degli indumenti indossati dal clero nelle celebrazioni
liturgiche (in particolare nella messa) secondo le indicazioni contenute nei
libri rituali. All'origine delle
v. liturgiche, che si presentano diverse
nei vari riti, vi sono le
v. profane di età imperiale e, in parte,
le
v. della tradizione ebraica. La distinzione dell'abbigliamento
liturgico rispetto a quello ordinario, incominciata nel IV sec., divenne sempre
più marcata tra il X e il XIII sec. In seguito le
v. liturgiche si
tramandarono senza grandi novità fino al Concilio Vaticano II, che ha
conferito alle conferenze episcopali nazionali la possibilità di
adattarle alle diverse realtà locali. La Chiesa latina prevede
sottovesti liturgiche e
sopravvesti liturgiche: le prime
comprendono l'amitto, l'alba o camice, il cingolo, il rocchetto e la cotta; le
seconde includono la pianeta, il piviale, la dalmatica e la tunicella. Nel
vestiario rientrano anche le
insegne liturgiche maggiori (stola, pallio)
e
minori (mitra, pastorale, anello, croce pastorale). Il vestiario
liturgico varia in relazione al grado e all'ufficio. Nei cinque riti della
Chiesa orientale le
v. liturgiche sono nel complesso abbastanza simili a
quelle della Chiesa latina, sebbene non manchino alcune differenze
caratteristiche.