(dal latino
vesper: sera, stella della sera).
L'ora della giornata verso il tramonto, tardo pomeriggio. • Lit. - Nella
liturgia cattolica, ora canonica, penultima tra nona e compieta, che corrisponde
alle 18. ║ Ufficio recitato in tale ora, come ringraziamento a Dio dei
benefici avuti nella giornata o delle buone azioni compiute. • St. -
V.
corsi: nome con cui viene indicata la strage dei Francesi
compiuta dai Corsi (che nelle intenzioni dei primi avrebbero dovuto essere
disarmati), a Borgo, il 13 dicembre 1738. L'anno seguente il comandante francese
marchese di Maillebois, subentrato al conte di Boissieux (scampato con
difficoltà all'eccidio) guidò una dura repressione. ║
V.
Siciliani (o
V.
Siciliano): nome con cui viene
designata l'insurrezione scoppiata in Sicilia nel 1282 contro il governo degli
Angioini. Le cause reali della rivolta vanno ricercate nella politica opprimente
che aveva alienato a Carlo I d'Angiò il consenso della popolazione
siciliana (lo stesso trasferimento della capitale a Napoli aveva suscitato
contrarietà), e nell'attivismo di alcuni emigranti siciliani (tra cui
Giovanni da Procida) che si erano conservati fedeli alla casa sveva e si erano
rivolti a Pietro III d'Aragona, cui era andata sposa la figlia di Manfredi,
Costanza di Hohenstaufen. L'occasione immediata della rivolta fu fornita,
invece, dal comportamento ingiurioso di un soldato francese che, cercando armi
nascoste, si era dato a perquisire anche le donne; la rivolta scoppiò di
fronte alla chiesa di Santo Spirito, a Palermo, nell'ora del
v. (da qui
il nome) del 31 marzo 1282, lunedì di Pasqua, e si estese a tutta la
Sicilia, tanto che alla fine di aprile gli insorti controllavano completamente
l'isola, fatta eccezione per Messina (che sarebbe stata presa nel mese di
settembre). Il 31 agosto 1282, Pietro III, giunto a Trapani, ricevette la corona
dagli insorti. I
V.
Siciliani sfociarono, comunque, nella lunga
guerra del V., che contrappose a Carlo d'Angiò, appoggiato da papa
Martino V e dal re di Francia Filippo III, l'alleanza tra Pietro III d'Aragona e
l'imperatore bizantino Michele VIII, supportati anche da Venezia. Scomparsi tra
il 1282 e il 1285 i principali protagonisti, la guerra continuò tra varie
complicazioni, quali il conflitto intervenuto tra Venezia e Bisanzio (1294-1302)
e le ambizioni di Carlo di Valois, fino alla sua conclusione, avvenuta nel 1302,
con la Pace di Caltabellotta, tra Carlo II d'Angiò e Federico II
d'Aragona, che fu riconosciuto re di Trinacria; si originò in tal modo la
separazione tra Sicilia (in mano agli Aragonesi) e Italia Meridionale (in mano
agli Angioini), destinata a protrarsi fino al 1442. ║ I
V.
Siciliani fornirono lo spunto per alcuni dipinti, per l'omonima opera lirica
di G. Verdi (V. VESPRI SICILIANI, I) e per una
tragedia di C. Delavigne (
Les vêpres siciliennes, 1819).