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Vesàlio, Andrea.

Anatomista belga. Condotti gli studi a Lovanio, dove ricevette diciottenne la nomina a professore di Anatomia, si perfezionò a Montpellier, a Parigi, a Bologna e a Padova, dove nel dicembre 1537 si addottorò e fu nominato professore di Chirurgia. Nel 1544 si trasferì alla corte di Carlo V, per divenire medico imperiale. Nel 1561, a Madrid, accusato di aver praticato la dissezione di un uomo vivo, fu condannato a morte dal tribunale dell'Inquisizione; la pena gli venne commutata in un pellegrinaggio in Terrasanta, per intervento di Filippo II (di cui V., dal 1556, era medico). Morì, forse di tifo addominale, mentre ritornava da Gerusalemme, interessato alla cattedra di Anatomia offertagli dal Senato di Venezia. Nelle Tabulae anatomicae sex del 1538, arricchite dai disegni dell'allievo di Tiziano J.S. van Calcar, nonostante diversi errori mutuati da Galeno, si intravedono i successivi sviluppi dell'opera di V. Al 1539 risale l'Epistola docens venam axillarem dextri cubiti in dolore laterali secandam. L'opera più importante di V. è costituita dai De humani corporis fabrica libri septem (1543), una realizzazione di grande portata storica nel campo della medicina, dalla quale emerge una forte critica nei confronti delle asserzioni meramente teoriche del galenismo e la necessità di una nuova figura di medico, disposto a verificare le analisi dell'antica medicina attraverso l'esame anatomico diretto. Nei sette libri dell'opera vengono affrontati argomenti diversi (ossa e articolazioni, muscoli, apparto vascolare, sistema nervoso, addome, torace, cervello); particolare interesse rivestono le oltre trecento tavole anatomiche, il cui valore artistico ha suscitato suggestive ipotesi sulla loro paternità, attribuita a personaggi come Leonardo (le tavole sono state ritenute copie da suoi disegni) o Tiziano (pare probabile, invece, che il loro autore sia il succitato van Calcar o qualche altro esponente della scuola di Tiziano) (Bruxelles 1514 - Zante 1564).