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Veresaev, Vikentij Vikent'eviè.

Pseudonimo di V.V. Smidoviè. Scrittore russo. Laureato in Medicina, esordì in campo letterario con una serie di racconti e romanzi basati sulle condizioni della Russia prerivoluzionaria (Senza strada, 1895; Epidemia, 1898; Alla svolta, 1902; La fine di Aleksandra Michajlovna, 1903), affermandosi, tuttavia, con Le memorie di un medico (1901), lungo racconto autobiografico, e con Racconti di guerra (1906) e Alla guerra (1907-08), imperniati sulla sua esperienza di medico militare durante la guerra russo-giapponese del 1904-05. Dopo la Rivoluzione del 1917 scrisse una serie di romanzi (Nel vicolo cieco, 1924; Sorelle, 1933) che descrivono i problemi e la crisi dell'intellighenzia democratica nel periodo postrivoluzionario. Importante esponente della letteratura realistico-sociale, V. fu anche autore di fondamentali studi su Tolstoj e Dostoevskij e di originali biografie (Puškin da vivo, 1926-27; Gogol da vivo, 1933), nonché di una traduzione dell'Iliade (postuma, 1949). Nel 1943 conseguì il premio Stalin (Tula 1867 - Mosca 1945).