Spostamento di masse d'aria atmosferiche dovuto a
differenza di pressione o di temperatura, diretto per lo più in senso
orizzontale (V. OLTRE, Meteorologia). ║
Rosa dei v.: diagramma delle varie direzioni da cui spirano i
v.,
riferite ai punti cardinali. Ha generalmente la forma di una stella a 16 o 32
punte, sovrapposte come i petali di una rosa. ║
Mulino a v.: mulino
che funziona sfruttando la forza del
v. (V.
MULINO). ║ Fig. - Persona che parla moltissimo. ║ Fig. -
Qual buon v.
ti porta?: espressione che si usa vedendo arrivare
una persona inaspettata. ║ Fig. -
Gridare,
spargere ai quattro
v.: divulgare a tutti una notizia, renderla di pubblico dominio. ║
Fig. -
Parlare al v.: inutilmente. ║ Fig. -
Buttare,
gettare al v.: sprecare. ║ Fig. -
Voltarsi a tutti i v.: essere
volubile, come una banderuola. ║ Fig. -
V.
di fronda:
atteggiamento di ribellione e di opposizione sistematica. ║ Per estens. -
Aria smossa, che può muoversi o che può essere mossa:
farsi
v.
con un ventaglio. ║ Simbolo di inconsistenza, di
vanità:
restare con le mani piene di v. ║ Situazione che
preannuncia gravi fatti imminenti:
v.
di guerra,
di crisi.
║ Nelle costruzioni civili, ciascun elemento strutturale in grado di
resistere solo a trazione. ║
Galleria del v.: impianto aerodinamico
per effettuare esperimenti su modelli in scala. ║
Appoggiarsi al
v.: di uccelli quando volano migrando nella stessa direzione in cui esso
spira. • Meteor. - Il
v. è caratterizzato essenzialmente
dalla
direzione e dall'
intensità, e dalla
frequenza
con cui variano queste due caratteristiche. In assenza di perturbazioni, il
v. spirerebbe dai punti a pressione più alta verso quelli a
pressione più bassa (
v.
di gradiente); tuttavia, sussistono
diverse cause che perturbano la direzione del
v. rispetto a quella
ideale, principalmente le
irregolarità del suolo, la
forza
deviatrice dovuta alla rotazione terrestre e l
'attrito, interno e al
suolo. L'intensità, invece, risulta direttamente proporzionale al
gradiente di pressione; entrambe, poi, dipendono dalla latitudine, dall'altezza
sul mare, dalla natura del suolo, oltre che dalla forma delle isobare. In
particolare, alle isobare chiuse che circondano un centro di bassa o di alta
pressione corrispondo, rispettivamente,
v.
ciclonici e
anticiclonici; i
v. di gradiente corrispondenti a isobare chiuse,
invece, prendono il nome di
v.
ciclostrofici, mentre quelli
corrispondenti a isobare parallele, o con raggio di curvatura relativamente
grande, prendono il nome di
v.
geostrofici. I
v. possono
essere classificati secondo diversi criteri: un primo criterio è
l'intensità del
v., misurata dalla sua velocità, in base
alla quale è possibile individuare più gradi di
forza,
secondo la scala Beaufort. Un secondo criterio di classificazione è
l'andamento nel tempo: si distinguono, così, i
v.
costanti
o
periodici, entrambi detti
regolari, dai
v.
irregolari, di cui fanno parte i
v.
pulsanti, che spirano in
modo intermittente da una stessa direzione, i
v.
dominanti, i
più intensi in una determinata regione, e i
v.
regnanti,
che sono i più frequenti in una data località. Infine, in base
alla loro origine, i
v. possono essere classificati in quattro gruppi: i
v. dovuti a riscaldamenti locali (le
brezze); i
v.
periodici dovuti a differenze termiche fra vaste regioni (i
monsoni); i
v.
aperiodici dovuti a differenze di pressione tra vaste regioni
(i
v.
ciclonici e
anticiclonici); i
v. aventi altre
origini. ║
V.
anabatico:
v. locale ascendente, come
la brezza. ║
V.
catabatico:
v. formato da aria
fredda, discendente per effetto della gravità, come la bora. ║
V.
inferiore e
superiore:
v. che scorrono in
prossimità del suolo, generati, rispettivamente, da differenze termiche
del suolo o da condizioni barometriche. ║
V.
locali:
v. essenzialmente legati a un territorio, che non presentano alcuna
relazione con le condizioni atmosferiche generali. ║
V.
turbolento:
v. che presenta continue variazioni di intensità e
di direzione. • Mar. - Ciascuno dei cavi fissi che servono a mantenere
ritti i fumaioli e a tenere orientate e fisse aste che sporgono fuori bordo,
come il bompresso, il picco di carico, ecc. ║
Sotto v.:
V. SOTTOVENTO. ║
Sopra v.:
V. SOPRAVVENTO. ║
Navigare col v.
in poppa: con riferimento ai velieri, avanzare nella stessa direzione del
v., sfruttandone la spinta. ║ Fig. - V.
POPPA. ║
Presentarsi al v.: orientare la nave in modo che
riceva il
v.
di prora. ║
Mantenersi al v.: mantenersi
in posizione sopravvento rispetto ad altra nave, a un'isola. ║
Guadagnare il v.: navigare con le vele in modo da risalire, bordeggiando,
verso la direzione da cui esso spira,
ecc. • Astron. -
V.
solare: in astrofisica, flusso di plasma prodotto dall'espansione della
corona solare nello spazio interplanetario, avente una velocità radiale
da circa 250 km/s a oltre 800 km/s. La regione circostante il Sole permeata dal
v. solare e dal campo magnetico interplanetario prende il nome di
eliosfera. Il primo modello dell'espansione della corona solare venne
elaborato nel 1957 da S. Chapman, basandosi sull'assunto che questa fosse in
equilibrio idrostatico; pochi anni più tardi, tuttavia, E.N. Parker
dimostrò che i valori della pressione ottenuti da Chapman erano molto
più grandi di quelli effettivamente rilevato nei gas interstellari, e
che, pertanto, la corona solare non poteva essere in equilibrio idrostatico,
come da questi ipotizzato. Parker, pertanto, sviluppò il primo modello
idrodinamico dell'espansione della corona solare, ed introdusse il termine
v.
solare per indicare il fenomeno del flusso di plasma ad essa
collegato; l'ipotesi fondamentale sulla quale si basa il modello di Parker
è l'espansione isoterma della corona solare, secondo le equazioni
dell'idrodinamica. Il risultato principale che si ottiene è che la
velocità
V del plasma deve aumentare monotonamente con la distanza
r dal centro del Sole, fino a raggiungere e superare la velocità
del suono oltre una certa
distanza critica, pari a circa 10 volte il
raggio del Sole; all'aumentare di
r, inoltre, la velocità aumenta
sempre più lentamente, fino a divenire pressoché costante a grandi
distanze eliocentriche. Il modello inizialmente proposto da Parker venne in
seguito migliorato includendovi effetti trascurati in origine; in particolare
è stata abbandonata l'ipotesi, poco realistica, di una temperatura
costante nel plasma, a favore dell'ipotesi di un comportamento del plasma simile
a quello di un fluido (
modello a un fluido), nel quale gli elettroni ed i
protoni hanno la medesima temperatura, o di un comportamento analogo a quello di
due fluidi distinti (
modello a due fluidi), nel quale si tiene conto
delle possibili differenze termiche tra protoni ed elettroni. Nessuno dei due
modelli, tuttavia, fornisce una descrizione accurata della realtà: la
situazione reale, per quanto riguarda la temperatura, è intermedia tra le
due descritte. Per quanto riguarda i valori assunti dalla velocità del
v., invece, si possono distinguere due diversi regimi: un
v.
quieto, con velocità di circa 300 km/s, relativamente denso e freddo,
ed un
v.
veloce, con velocità superiore ai 500 km/s, molto
rarefatto e caldo. Mentre il primo regime è descritto in maniera adeguata
dai modelli proposti, non è ancora chiaro il meccanismo di accelerazione
che giustifica il secondo, anche se sono state avanzate più ipotesi. In
particolare, una sorgente ormai accertata di
v. veloce sono i
buchi
coronali, ovvero quelle regioni della corona solare caratterizzate da linee
di forza del campo magnetico divergenti; i buchi coronali, presenti in
prevalenza nelle regioni polari del Sole, sono strutture stabili, pertanto i
fasci di plasma veloce cui essi danno origine permangono per parecchie rotazioni
successive e possono essere osservati dalla Terra con un periodo di ricorrenza
di circa 27 giorni. Il
v.
solare, inoltre, partecipa in piccola
misura al moto di rotazione del Sole, poiché ne trasporta il campo
magnetico congelato nel plasma: ciò ha una conseguenza importante per il
Sole, che subisce una continua perdita di momento angolare, rallentando,
così, la sua rotazione. Si calcola che nel corso della sua vita il Sole
possa aver perso, a causa di tale fenomeno, circa la metà del momento
angolare originario. Le linee di forza del campo magnetico, a causa del
trascinamento operato dal
v. solare, hanno la forma di spirali di
Archimede e il campo stesso decresce molto più lentamente che in una
ipotetica situazione statica; inoltre, al crescere della distanza eliocentrica
il campo diventa sempre più azimutale, a causa della dispersione maggiore
lungo la direzione radiale, giungendo ad avere direzione pressoché
trasversale già all'orbita di Giove. Le previsioni effettuate mediante il
modello di Parker sono state pienamente confermate dalle rilevazioni effettuate
con i satelliti artificiali; i dati ottenuti, tuttavia, hanno messo in luce
nuove caratteristiche del campo magnetico interplanetario, del tutto impreviste.
In particolare, è stato osservata nel piano equatoriale del Sole una
struttura a quattro settori del campo interplanetario, che si riproduce in modo
inalterato nelle rotazioni successive, ed è stata messa in evidenza una
relazione stretta tra la polarità del campo e la latitudine eliografica:
tali fenomeni vengono attualmente interpretati supponendo che il campo magnetico
dipolare del Sole, rilevato solo intorno ai poli sulla fotosfera, si estenda, in
realtà, a latitudini più basse. Dal punto di vista della
composizione chimica, il
v. solare è essenzialmente costituito da
idrogeno ionizzato, cui si aggiungono altre specie chimiche, in particolare
l'elio ionizzato, l'ossigeno, il silicio, lo zolfo, il ferro, il magnesio e
alcuni gas nobili; è difficile, in generale, stabilire una relazione tra
l'abbondanza di queste sostanze nel plasma con quelle fotosferiche, ma si
ottengono numerose informazioni sulla temperatura delle regioni coronali da cui
il plasma proviene, mediante l'analisi dello stato di ionizzazione dei vari
elementi. Poiché l'espansione della corona solare non è uniforme,
né stazionaria, un ultimo fenomeno collegato al
v. solare è
la generazione di
onde d'urto, che si verificano quando una nube di
plasma veloce comprime davanti a sé il
v. solare più lento,
oppure quando il
v. solare urta contro un ostacolo fermo, come la
magnetosfera terrestre. ║
V.
stellare: flusso di plasma
generato dall'espansione dell'atmosfera di una stella. La prova più
diretta della presenza di
v. stellare consiste nell'individuazione di una
particolare struttura nello spettro dell'astro avente una forma caratteristica.
L'atmosfera di un astro che emette
v. stellare può essere
suddivisa in sei settori: i primi quattro, insieme alla fotosfera,
contribuiscono all'emissione della riga considerata, il settore cinque produce
un assorbimento della radiazione fotosferica, e il settore sei, in ombra, non ha
alcun effetto. Sono state osservate numerose stelle sedi di
v. molto
più intenso di quello solare. In particolare, gli astri che emettono
v. osservabili possono essere schematicamente suddivisi in due aree: alla
prima appartengono stelle molto calde, dei tipi spettrali primitivi, sede di
v. con velocità tra i 600 e i 3500 km/s, mentre alla seconda
appartengono stelle con basse temperature superficiali, dei tipi spettrali
avanzati, caratterizzate da
v. con velocità fra i 50 e i 100 km/s.
Per quanto riguarda l'origine dei
v. stellari, la pressione termica non
è in grado di descrivere adeguatamente il fenomeno, al contrario di
quanto avviene, invece, per il
v. solare; vengono invocati, pertanto,
meccanismi di accelerazione diversi di volta in volta. • Geol. - Il
v. costituisce uno dei principali agenti atmosferici dell'erosione; la
sua azione si esercita su tutte le terre emerse, ma ha particolare rilevanza
nelle zone di alta montagna e in quelle aride o semiaride. Nei deserti, in
assenza di copertura vegetale, il
v. solleva e trasporta grandi
quantitativi di materiali detritici fini provenienti dalla degradazione delle
rocce, e trascina quelli più grossi, provocando un fenomeno di
denudazione dei rilievi noto come
deflazione; l'azione erosiva del
v. si esplica proprio attraverso le particelle trasportate, che
esercitano un'azione abrasiva (
corrasione) contro le rocce coerenti,
modellandole in intervalli di tempo abbastanza lunghi. Sempre legate alla
corrasione sono i fenomeni degli
yardang, rilievi allungati, paralleli
tra loro e alla direzione del
v., che rappresentano il risultato
dell'azione erosiva del
v., che ha scavato i lunghi solchi presenti tra
di essi. Il
v. modella il paesaggio anche mediante un'azione di accumulo
che si verifica quando cessa il trasporto: tale fenomeno è evidenziato
nelle zone desertiche, ma si verifica in tutte le regioni costiere, dove si
sviluppano accumuli paralleli alla linea di riva, in direzione quasi
perpendicolare a quella dei
v. dominanti. • Mit. -
Nell'antichità i
v.
vennero personificati in figure di
demoni o di dei; tutti sono figli di Eolo, che li tiene chiusi in un otre di
pelle, anche se i
v. dannosi vengono più spesso considerati come
figli di Tifeo. Le loro compagne sono le Arpie, identificate con le procelle.
• Balist. - Lieve differenza tra il calibro del proietto d'artiglieria e
quello dell'anima della bocca da fuoco.
CLASSIFICAZIONE DEI VENTI
|
Forza
|
Denominazione
|
Velocità
|
|
|
in nodi
|
in km/h
|
in m/sec
|
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
|
calma bava di vento brezza leggera brezza tesa vento
moderato vento teso vento fresco vento
forte burrasca burrasca forte tempesta tempesta
violenta uragano
|
minore di 1 1 - 3 4 - 6 7 - 10 11 - 16 17 -
21 22 - 27 28 - 33 34 - 40 41 - 47 48 - 55 56 -
63 64 e oltre
|
minore di 1 1 - 5 6 - 11 12 - 19 20 - 28 29 -
38 39 - 49 50 - 61 62 - 74 75 - 88 89 - 102 103 -
117 118 e oltre
|
0 - 0,2 0,3 - 1,5 1,6 - 3,3 3,4 - 5,4 5,5 -
7,9 8,0 - 10,7 10,8 - 13,8 13,9 - 17,1 17,2 - 20,7 20,8
- 24,4 24,5 - 28,4 28,5 - 32,6 32,7 e oltre
|