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Venosa.

Centro in provincia di Potenza, 72 km a Nord del capoluogo; è situato a 415 m s/m., nel circondario di Melfi, presso la fiumara omonima collegata al bacino dell'Ofanto. 12.148 ab. CAP 85029. • Econ. - Agricoltura (frumento, olivi, ortaggi, viti); allevamento ovino e caprino; industrie alimentari e cartarie; artigianato. • St. - È l'antica Venusia, occupata nel 291 a.C. dal console L. Postumio; ostile a Roma, partecipò alla guerra sociale a fianco degli Italici, ma venne sottomessa da Q. Cecilio Metello Pio. Successivamente elevata a municipio, divenne uno dei centri più fiorenti di tutto l'Impero romano. Nei secc. IX-X fu più volte conquistata e devastata dai Saraceni, mentre nel 1041 venne occupata dai Normanni a cui si ribellò nel 1127, subendo quindi le devastazioni di Ruggero II (1133). Ricostruita, divenne feudo di diverse famiglie: Sanseverino, Caracciolo, Orsini, Del Balzo, da Cordova, Gesualdo, Ludovisio, e, infine, dei Caracciolo del Sole sino all'abolizione della feudalità. Fu a più riprese danneggiata dai terremoti, soprattutto da quello del dell'agosto 1854. • Arte - Patria del poeta latino Orazio, V. racchiude rovine di epoca romana visibili nell'area archeologica nei pressi dell'abbazia della Trinità, in vari edifici e abitazioni private e nell'anfiteatro risalente al 50 d.C. circa. Del sec. IX è la sunnominata abbazia della Trinità, testimonianza di influssi borgognoni, mentre la cattedrale in stile tardo gotico risale al 1470, periodo coevo alla costruzione del castello di Pirro Del Balzo in cui è ospitato il museo archeologico di V.