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Venizelos, Eleuthèrios.

Politico greco. Importante protagonista del movimento per l'indipendenza di Creta; nonostante il fallimento della rivolta, da lui guidata, contro la Turchia (1897), riuscì a ottenere per i Cretesi un Governo autonomo, nel quale ricoprì la carica di ministro della Giustizia (1899-1901). Nel 1905 promosse l'insurrezione contro il capo del Governo insulare, il principe Giorgio di Grecia, con cui erano subentrati dei dissidi. Divenuto primo ministro dell'Esecutivo greco nell'ottobre 1910, avviò una notevole azione riformatrice in campo economico, amministrativo e militare; sotto la sua guida il Paese affrontò vittoriosamente la Turchia nelle guerre balcaniche (1912-13). Nel maggio del 1913 V. conseguì l'annessione di Creta alla Grecia (Trattato di Londra). Dopo l'inizio della prima guerra mondiale si dichiarò favorevole all'intervento militare dello Stato ellenico accanto alle potenze dell'Intesa, ma incontrò l'opposizione di re Costantino, sostenitore della neutralità, e dovette rassegnare le dimissioni nel marzo 1915. Nel 1916 diede vita a un Governo dissidente sostenuto dagli Anglo-Francesi e l'anno seguente costrinse il sovrano ad abdicare in favore di Alessandro I, che dichiarò guerra agli Imperi centrali e alla Turchia. Terminato il conflitto, V. riportò dalla conferenza della pace di Parigi acquisizioni territoriali di rilievo. Con la morte di Alessandro e la riassunzione del titolo regale da parte di Costantino (1920), la popolarità di V. cominciò a vacillare. Nel 1922, in seguito a una sconfitta inflitta dai kemalisti, tramontò il progetto di allargare i confini della Grecia con l'espansione nella penisola anatolica. Costretto all'esilio, V. rientrò in patria nel dicembre 1923 grazie alla vittoria elettorale ottenuta dai suoi sostenitori e nel 1924 ricoprì la carica di presidente del Consiglio, alla quale rinunciò di lì a poco, rilevato da Papanastasiu, da cui, nel marzo dello stesso anno, fu proclamata la Repubblica. Nuovamente alla guida dell'Esecutivo (1928-32), intraprese una politica estera di distensione. Ritornò per l'ultima volta al Governo tra gennaio e marzo del 1933. In seguito al fallimento di un tentativo di insurrezione da lui promosso (1935), condannato a morte in contumacia, riparò a Parigi (Murnies, Canea 1864 - Parigi 1936).