Famiglia nobile veneziana di cui si ha notizia
dall'XI sec. Successivamente alla IV crociata (1202-04), un ramo della famiglia
ottenne la signoria di Cerigo e Paro, del castello di Zemonico e di Sanguineto,
mentre altri
V. si stabilirono sull'Isola di Candia, dove organizzarono
una rivolta antiveneziana (XIV sec.). ║
Antonio: doge di Venezia.
Distintosi nella guerra contro Genova, successe a M. Morosini (1382); durante i
18 anni del suo dogato, Venezia s'impadronì di Corfù e estese i
propri possedimenti in Dalmazia e nel Mar Egeo (m. 1400). ║
Domenico: poeta. Dopo aver svolto attività pubblica in patria e
nei domini della Repubblica, nel 1546 si ritirò a vita privata,
raccogliendo attorno a sé letterati e esponenti del petrarchismo di
ispirazione bembiana, di cui egli stesso fu uno dei maggiori e appassionati
seguaci (Venezia 1517-1582). ║
Francesco: doge di Venezia. Eletto
nel 1554 come successore di M. Trevisan, garantì l'estraneità di
Venezia dalle lotte di egemonia combattute allora in Europa (1490-1556). ║
Lorenzo: letterato. Fratello di Domenico; compose versi e prose
contrassegnati da oscenità, dotati tuttavia di una forza evocativa non
comune, assai vicina allo stile mordace e beffardo di P. Aretino (Venezia
1510-1556). ║
Maffeo: letterato. Figlio di Lorenzo; assolse diverse
missioni diplomatiche, prima di pervenire (1585) all'arcivescovado di
Corfù. Scrisse liriche vernacolari, distinte da un'immediatezza e da una
vivacità congiunte a una vena satireggiante e antiletteraria di matrice
antipetrarchesca (Venezia 1550-1586). ║
Sebastiano: doge di
Venezia. Duca di Candia (1548-51), ricoprì varie cariche amministrative e
diplomatiche. Designato nel 1570 procuratore di San Marco, quindi provveditore
generale a Corfù e, nello stesso anno, "generale de mar",
rinnovò la flotta e organizzò la guerra contro i Turchi,
segnalandosi nella battaglia di Lepanto (1571). D'altro canto, a causa dei
contrasti con Giovanni d'Austria, il Senato veneziano, per dare soddisfazione
alla Spagna, nominò un secondo capitano (1572) da affiancare a
V.,
il cui prestigio ottenne comunque un riconoscimento tardivo nell'assegnazione
del dogato (1577) (1496-1578).