Stato (0,44 kmq; 900 ab.) sovrano,
che costituisce un'enclave all'interno della città di Roma, in
corrispondenza dell'omonima zona, sulla riva destra del Tevere, fra le pendici
di Monte Mario e quelle del Gianicolo. È lo Stato più piccolo del
mondo. Il territorio della
C.
del V.,
compreso entro la
cinta delle Mura Leonine, è formato dalla piazza e dalla basilica di San
Pietro, da altri palazzi, parchi, giardini e dipendenze. Sono possedimenti
vaticani (con diritto di extraterritorialità rispetto allo Stato
italiano) anche altri palazzi, edifici e terreni, compresi entro la città
di Roma o al suo esterno (per esempio, la basilica di San Giovanni in Laterano e
la villa pontificia di Castel Gandolfo). Ordinamento politico: sul piano
giuridico e istituzionale lo Stato della
C.
del V. ha caratteri
completamente diversi rispetto a quelli degli altri Stati
(V. OLTRE). Lingua: italiana; il latino è
impiegato negli atti ufficiali. Moneta: euro.
STORIA
Lo Stato della
C.
del V. fu
istituito l'11 febbraio 1929 in base al concordato e ai Patti Lateranensi
(V. LATERANENSI, PATTI) tra l'Italia e la Santa
Sede, che composero definitivamente la questione romana
(V.); per la storia precedente il 1929:
V. PONTIFICIO, Stato pontificio; per l'evoluzione
dei rapporti concordatari tra Stato italiano e Stato della
C.
del
V.: V. CONCORDATO. La
C.
del V.
gode di una personalità di diritto internazionale e di una
capacità di agire autonoma rispetto alla Santa Sede, alla quale rimane
comunque indissolubilmente legato. Il governo è affidato, infatti, al
papa, a cui la legge del 7 giugno 1929 ha conferito il titolo di sovrano dello
Stato, con pienezza di poteri legislativo, esecutivo e giurisdizionale, delegati
in parte a speciali organismi: la Pontificia commissione per lo Stato della
C.
del V. (formata da alcuni cardinali e da un segretario) a cui
possono essere delegati tutti i poteri del pontefice; il governatore, di nomina
pontificia, a cui viene delegato per legge l'esercizio del potere esecutivo e, a
discrezione del papa, anche parte di quello legislativo; il consigliere
generale, di nomina pontificia, che funge da organo consultivo, così come
la consulta dello Stato (istituita da Paolo VI nel 1968); gli organi
giurisdizionali (giudice unico, Tribunale di prima istanza, Corte d'Appello,
Corte di Cassazione). Durante la vacanza del soglio pontificio, l'esercizio del
governo è affidato in via provvisoria al collegio cardinalizio. La
C.
del V. si configura come uno Stato patrimoniale rispetto alla
Santa Sede, dalla quale è rappresentato nei rapporti internazionali. Non
persegue i fini tipici degli altri Stati, poiché la sua esistenza mira
soltanto a garantire l'indipendenza della Santa Sede; esso è, quindi,
neutralizzato, e non fa parte delle Nazioni Unite, pur avendo osservatori
permanenti presso l'ONU, l'UNESCO e la FAO. In base all'art. 3 del trattato
lateranense, piazza San Pietro è soggetta a servitù internazionale
a favore dello Stato italiano; essa, infatti, deve essere aperta al pubblico ed
è sottoposta ai poteri di polizia delle autorità italiane. In base
all'art. 18 dello stesso trattato i musei e le biblioteche devono restare a
disposizione di studiosi e visitatori, con facoltà per la Santa Sede di
regolarne l'accesso. Lo Stato italiano si è assunto una serie di obblighi
nei confronti della
C.
del V. (quali coordinamento di servizi
pubblici, dotazione di acque potabili, libertà di comunicazioni).
ECONOMIA
Un'attività di rilievo è
costituita dall'industria editoriale (vi si stampa, tra l'altro,
“L'Osservatore Romano”). Notevoli entrate derivano dalla stampa dei
francobolli. Inoltre la
C.
del V. possiede una radio e una
televisione satellitare.
ARTE
Il nome di
Ager Vaticanus si riferiva
nella Roma antica a un'area compresa tra i Monti Vaticani e il Tevere. La zona
più vicina al fiume ospitava nella prima età imperiale i giardini
dei Domizi (dove venne edificato il mausoleo di Adriano) e dei Claudi. Nell'area
si trovavano altri monumenti, tra cui il grande circo fatto costruire da
Caligola nei giardini di Agrippa e impreziosito da Nerone. Nella necropoli
risalente ai secc. II-III d.C., portata in luce dagli scavi condotti nel
sottosuolo della basilica di San Pietro, sono state identificate due tombe
cristiane, una delle quali recante un graffito con il nome di Pietro (che la
tradizione vorrebbe sepolto nella zona). In onore dell'apostolo, Costantino fece
costruire una grande basilica (320-349); di questo edificio, che accoglieva
tombe e sarcofagi, rimangono le fondamenta. Nel corso del Medioevo il patrimonio
artistico della basilica crebbe progressivamente e nuovi edifici (come ospedali
e ospizi per i pellegrini) sorsero intorno a essa. Sotto Leone IV (847-855)
venne costruita la cinta muraria, in seguito più volte ampliata. A
Eugenio III (1145-53) si deve l'edificazione di una residenza pontificia (in
precedenza vi erano gli episcopi, dell'epoca di papa Simmaco, 498-514); questa
iniziativa giunse a pieno compimento con Niccolò III (1277-80), sotto il
quale furono costruiti un palazzo, una cappella e sale di rappresentanza, di cui
si sono conservati dei resti all'interno dei rifacimenti successivi. Ritornato
sede pontificia dopo la cattività avignonese, il Vaticano acquisì
un nuovo aspetto nel corso del Quattrocento; il Filarete ricevette da Eugenio IV
(1431-47) l'incarico di costruire l'imponente porta di bronzo della basilica. A
Niccolò V (1447-55) si deve l'elaborazione di un ambizioso programma di
costruzioni, che mirava a fare del complesso vaticano il simbolo della potenza
papale. I punti più importanti del suo progetto erano la ristrutturazione
del borgo, la ricostruzione della basilica, la nuova opera di fortificazione.
Del nuovo palazzo previsto fu edificata soltanto l'ala che divide il cortile del
Pappagallo da quello del Belvedere. Sotto i successori di Niccolò V fu
abbandonata ogni idea di demolizione della basilica, che venne dotata
progressivamente di nuove opere. Notevole fu il contributo di Sisto IV
(1471-84), che destinò una parte dell'ala settentrionale del palazzo alla
biblioteca, le cui sale furono impreziosite da affreschi di David e Domenico del
Ghirlandaio e di Melozzo da Forlì. Nel periodo 1475-78 fu costruita la
Cappella Sistina (attribuita a Giovannino de' Dolci di Firenze e a B. Pontelli),
che venne consacrata nel 1484. La cappella, il cui aspetto esterno rimanda a una
probabile funzione difensiva, accolse al suo interno gli affreschi di
grandissimi artisti, quali S. Botticelli e il Pinturicchio. Michelangelo
realizzò poi la volta della cappella (1508-12) e il
Giudizio
Universale (1536-42). In questo periodo storico, tra Quattro e Cinquecento,
furono portati a termine altri cicli pittorici di assoluto valore, quali le
Stanze di Raffaello (1508-17 circa). Sotto il papato di Alessandro VI
(1492-1503) venne portata a termine la loggia della benedizione (la cui
costruzione era incominciata sotto Pio II, 1458-64) sulla facciata della chiesa.
Giulio II (1503-13) elaborò con Bramante un progetto di ampio respiro che
prevedeva la ricostruzione della basilica di San Pietro e il collegamento del
Belvedere con il palazzo, per mezzo di un esteso cortile; questa seconda parte
del progetto fu realizzata: due lunghe ali a ordini sovrapposti chiusero il
Belvedere, che fu diviso in tre corti. Il progetto per la nuova basilica,
iniziato dal Bramante, passò, dopo la sua morte, prima a Raffaello, poi
ad A. da Sangallo il Giovane (a cui si deve, sotto il papato di Paolo III, la
costruzione della Cappella Paolina e della Sala Regia), quindi a Michelangelo,
che realizzò un nuovo piano, conservando comunque il criterio della
pianta centrale. Sotto Gregorio XIII (1572-1585) venne portato a termine il
secondo braccio delle logge di San Damaso; tra i lavori eseguiti sotto Sisto V
(1585-1590) figurano gli obelischi di piazza San Pietro e l'inizio della
costruzione della biblioteca (a opera di D. Fontana), portata a compimento con
Paolo V (1605-21), che fece realizzare anche il prolungamento della navata della
basilica (che acquisì una pianta a croce latina) e la facciata (affidata
a C. Maderno). G.L. Bernini diede un'impronta barocca alla basilica di San
Pietro; dopo aver lavorato con Urbano VIII (1623-44) e Innocenzo X (1644-55),
realizzò, sotto Alessandro VII (1655-67) la cattedra, la scala regia e la
piazza ellittica porticata. L'interno della basilica andò acquisendo un
aspetto sempre più sontuoso. Nel Settecento venne costruita la sacrestia
(C. Marchionni), concepita come organismo a sé stante. Fra Settecento e
Ottocento vennero collocati nei palazzi i locali dei Musei. Sotto Pio XI
(1922-39) furono realizzati, successivamente ai Patti Lateranensi, i palazzi
della Pinacoteca e del Governatore, la stazione ferroviaria e altri edifici.
║ Particolare interesse riveste la Biblioteca Apostolica Vaticana, tra le
principali al mondo. Contiene circa 70.000 codici, circa 7.000 incunaboli,
1.000.000 di stampati (che appartengono soprattutto al periodo compreso tra
Cinque e Settecento) e altro materiale di grande valore. Il promotore della
biblioteca può essere considerato Niccolò V (delle precedenti
raccolte era rimasto poco in seguito all'esilio avignonese); a fornire alla
biblioteca una sede e delle rendite fu, in seguito, Sisto IV con la bolla
Ad
decorem militantis ecclesiae del 1475. L'attuale struttura della biblioteca
risale all'epoca di Sisto V; nel piano superiore dell'edificio furono realizzati
affreschi allegorici. Importanti fondi confluirono nella biblioteca durante i
papati di Pio IX (1846-78) Leone XIII (1878-1903) e sotto Pio XI. Il
fondo
Vaticano, originario, comprende tutti i manoscritti entrati nella biblioteca
prima del 1622, nonché quelli successivi che non diedero origine a fondi
particolari; esso è articolato in varie sezioni, corrispondenti ai
diversi codici esistenti: latini, greci, arabi, armeni, copti, indiani,
persiani, romeni, siriani, slavi, turchi. Altri fondi notevoli sono il
Palatino, l'
Urbinate, il
Reginense, il
Capponiano,
l'
Ottoboniano, il
Borghesiano, il
Barberiniano, il
Chigiano, acquisiti in varie epoche da diversi personaggi (il
Reginense, per esempio, risale in ultima analisi a Cristina di Svezia).
La biblioteca può vantare anche una scuola di biblioteconomia, fondata da
Pio XI nel 1934. ║ Grande importanza artistica rivestono i Musei Vaticani,
ospitati dai Palazzi Vaticani. All'inizio del Cinquecento, durante il papato di
Giulio II, il cortile del Belvedere costituiva già una sorta di museo,
ospitando statue dell'antichità (quali l'
Hermes di Prassitele). Un
progetto più organico, tuttavia, prese corpo soltanto nel Settecento,
quando si incominciarono a ordinare le collezioni. Benedetto XIV, nel 1756,
destinò una sala della biblioteca a Museo sacro. All'epoca di Clemente
XIV (1769-1774) e Pio VI (1775-1799) nacquero il Museo Pio-Clementino (che
ospita la statuaria greca e romana) e il Museo profano (destinato all'arte
etrusca romana); si diede inizio anche alla preziosa raccolta epigrafica. A Pio
VII (1800-23) si deve l'istituzione del Museo Chiaramonti con la galleria
lapidaria. Sotto Gregorio XVI (1831-46) vennero creati il Museo Egizio e il
Museo Etrusco (quest'ultimo è stato ampliato nel 1996). La Pinacoteca
(che ospita in gran parte pittura italiana dei secc. XIV-XVII) ricevette la sua
definitiva sistemazione da Pio XI. All'epoca di Paolo VI furono aperti i Musei
Paolini (1970), che custodiscono le collezioni degli antichi Musei Lateranensi
(
Profano,
Cristiano,
Etnografico missionario) e una sezione
del Museo storico (mezzi di trasporto pontifici); al vero e proprio Museo
storico è stato destinato, invece, nel 1985, l'Appartamento papale del
Palazzo Laterano. L'Appartamento Borgia ospita, dal 1973, la
Collezione di
arte religiosa moderna. Nel 1987 è sorto il Museo postale-filatelico
e numismatico. ║ Degna di nota è la Specola Vaticana (la
denominazione risale al 1891), ossia l'osservatorio astronomico pontificio.
È tra le più antiche costruzioni di questo tipo in Europa; al 1579
(sotto Gregorio XIII) risale, infatti, la torre dei Venti, tuttora esistente,
che rappresentò forse il primo nucleo dell'osservatorio, di cui si
occuparono quasi sempre dei Gesuiti (C. Clavio, C. Scheiner, A. Secchi).
L'osservatorio ebbe sede a lungo presso il Collegio Romano, al di fuori delle
mura vaticane. Nel 1827 Leone XII fondò un nuovo osservatorio sul
Campidoglio; entrambi gli istituti furono espropriati dal Governo italiano nel
1870. L'osservatorio venne successivamente riorganizzato e fu trasferito a
Castel Gandolfo dal 1939. La Specola effettua in particolare ricerche di
fotometria stellare; dagli anni Ottanta, per avere un miglior punto di
osservazione, dispone di una sua dipendenza a Tucson (Arizona).
Cartina del Vaticano