Che cambia, che può cambiare; mutevole:
tempo v. ║ Non uniforme, incostante:
una persona di umore v.
• Gramm. -
Parti v.
del discorso: parti che possono mutare
le loro terminazioni secondo l'esigenza logica e sintattica; sono il sostantivo,
l'aggettivo, l'articolo, il pronome, il verbo. • Econ. -
V.
sociali: elementi soggetti a variare in funzione di altri, facenti parte di
modelli costruiti dai diversi economisti. Sono
v. sociali l'occupazione,
la spesa pubblica, il risparmio, ecc. • Stat. - Fenomeno o carattere che
può assumere differenti modalità quantitative. • Astron. -
Stella v.: stella il cui splendore non rimane costante nel tempo e in cui
la variazione di luminosità è intrinseca. Le stelle
v.
possono essere classificate in due categorie principali: le
v.
pulsanti, nelle quali le variazioni di luminosità dipendono da
oscillazioni degli strati superficiali dell'astro, e le
v.
eruttive, caratterizzate da fenomeni esplosivi. Accanto a queste due
categorie vi è poi una terza categoria di stelle, nelle quali le
variazioni di splendore dipendono da cicli di attività magnetica. In
base, poi, all'andamento più o meno regolare della luminosità nel
tempo si parla di
v.
periodiche,
semiregolari o
irregolari. Il Sole presenta numerose caratteristiche in comune con le
v.: esso è sede di eventi esplosivi e di oscillazioni, così
come la sua luminosità varia nel corso del suo ciclo di attività
magnetica. Tuttavia, si tratta di fenomeni piuttosto deboli, che passerebbero
inosservati se esso non fosse così vicino a noi. ║
V.
pulsanti: stelle
v. nelle quali la variazione di luminosità
è determinata da oscillazioni degli strati superficiali Tali oscillazioni
possono essere puramente
radiali, se l'astro si espande e si contrae
ritmicamente come un tutt'uno, o
non radiali, se l'astro cambia di forma,
oltre che di volume. Molte stelle attraversano, durante la loro evoluzione, una
fase di instabilità, dando origine a pulsazioni: si tratta, tuttavia, di
fenomeni transitori, mentre le stelle pulsanti sono piuttosto rare. Lo studio
delle
v. pulsanti, basato da una parte sull'osservazione delle variazioni
di luminosità e degli indici di colore e dall'altra sulle variazioni
rilevabili nello spettro d'assorbimento, ha numerose motivazioni: l'analisi
delle pulsazioni, infatti, è alla base della sismologia stellare e
può avere un ruolo notevole nello studio dell'evoluzione degli astri;
inoltre, numerose
v. pulsanti vengono utilizzate per valutare distanze
extragalattiche. Le stelle pulsanti possono essere classificate in
periodiche,
semiregolari o
irregolari. Le
v.
periodiche costituiscono la categoria più numerosa e possono essere
ulteriormente suddivise in numerosi classi, tra cui ricordiamo: le
cefeidi
classiche o
di tipo I, le
cefeidi di tipo II, le
v.
del tipo δ Scuti, le
v.
del tipo β Cephei, le
v.
del tipo RR Lyrae e le
v.
di lungo periodo. Le
cefeidi classiche sono stelle di dimensioni assai grandi (giganti luminose o
supergiganti) con periodi compresi fra 1 e 50 giorni; la loro
curva di
luce, che descrive l'andamento della luminosità nel tempo, è
caratterizzata in genere da una rapida salita verso il massimo e da una discesa
più dolce verso il minimo, con un'ampiezza che varia da 0,5 a 2
magnitudini; in particolare, essa ha un andamento quasi speculare rispetto alla
curva della velocità radiale: la fase di massima luminosità,
cioè, corrisponde alla fase di espansione con velocità massima,
mentre la massima velocità di contrazione viene raggiunta in
corrispondenza a un minimo di luminosità. Le cefeidi di tipo II sono
stelle più antiche, con un'età fino a 15 miliardi di anni, molto
meno massicce delle cefeidi classiche e caratterizzate, a parità di
periodo, da una luminosità inferiore. Le
v. del tipo δ Scuti
hanno periodi compresi fra 30 minuti e 8 ore, con variazioni di
luminosità piuttosto contenute, dell'ordine di 0,01 magnitudini; sono
quasi sempre sede di due pulsazioni simultanee con periodi diversi. Le
v.
del tipo β Cephei sono stelle giganti o subgiganti, con periodi compresi
fra 3 e 6 ore, nelle quali alla pulsazione principale sono spesso sovrapposti
altri modi di oscillazione. Le
v. del tipo RR Lyrae costituiscono una
delle classi di pulsanti periodiche più numerose; sono stelle giganti,
con età compresa tra 10 e 15 miliardi di anni e piccola massa; vengono
spesso utilizzate come indicatori di distanza. Infine, le
v. di lungo
periodo sono stelle supergiganti o giganti, con masse dell'ordine della massa
solare e periodi molto lunghi, da 50 giorni fino a 1.000 giorni; nel corso di
una pulsazioni subiscono una variazione di luminosità molto rilevante, da
2 a 10 magnitudini. Possono presentare numerose irregolarità sia
nell'ampiezza e nella forma, sia nella durata di un ciclo. Tale classe è
assai numerosa, comprendendo circa il 20% di tutte le
v. note. Le
v. semiregolari e irregolari costituiscono, invece, una classe molto
eterogenea, formata, in generale, da stelle giganti o supergiganti. Le
pulsazioni di una stella consistono nella oscillazione dei suoi strati
superficiali attorno a posizioni di equilibrio, dovute a un mancato
bilanciamento idrostatico tra le forze di pressione e la forza gravitazionale;
per quanto riguarda i meccanismi che producono l'instabilità, svolge un
ruolo fondamentale uno strato della stella, non molto profondo, nel quale l'elio
è parzialmente ionizzato. La descrizione teorica del fenomeno delle
pulsazioni si basa sulle equazioni dell'idrodinamica, nelle quali si usa spesso
rappresentare ciascuna delle grandezze in gioco (temperatura, pressione, ecc.)
come somma di un termine costante, corrispondente al valore all'equilibrio, e di
una piccola perturbazione
v. nel tempo. Le teorie di questo tipo vengono
dette
lineari; molto più difficile, è, invece, lo sviluppo
delle teorie non lineari, che, non fanno alcuna ipotesi sulla grandezza della
perturbazione. Un'altra ipotesi che viene spesso utilizzata, anche se non ben
verificata, è quella di assumere che le pulsazioni siano adiabatiche,
cioè che avvengano senza scambi di calore apprezzabili; una descrizione
accurata del fenomeno, tuttavia, necessita il ricorso alle teorie non
adiabatiche. ║
V.
eruttive: stelle
v. che sono sede
di fenomeni esplosivi. Possono essere suddivise in numerose classi, a seconda
della natura dei meccanismi che provocano i fenomeni esplosivi; in particolare,
ricordiamo le
v.
del tipo R Coronae Borealis e le
v.
a
brillamento. Le
v. del primo tipo sono stelle giganti, caratterizzate
da una diminuzione di luminosità notevoli, fino a 8 magnitudini, a
intervalli di tempo irregolari, e che, a loro volta, possono durare un anno o
più. Spesso queste
v. eruttive sono anche sede di pulsazioni
analoghe a quelle delle cefeidi, con un periodo compreso fra 40 e 100 giorni. Si
pensa che i minimi di luminosità siano dovuti a una nube di polvere che
oscura la stella: infatti, la materia espulsa si trova allo stato aeriforme a
causa della sua elevata temperatura, e condensa, con il procedere
dell'espansione, dando luogo, appunto, a una nube che circonda l'astro, a una
distanza dipendente dalla temperatura superficiale dell'astro stesso. Non sono
ancora chiari i processi esplosivi che provocano di tanto in tanto l'emissione
di queste nubi, così come non è chiaro il motivo dell'abbondanza
superficiale assai ridotta di idrogeno che può essere osservata. Le
v. a brillamento sono caratterizzate, invece, da improvvisi guizzi di
splendore, di ampiezza modesta e della durata di pochi minuti: tale fenomeno
prende il nome di
brillamento stellare, per analogia con il brillamento
solare, dal quale differisce per la maggiore potenza irradiata. Le
v. a
brillamento sono in genere costituite da nane rosse, aventi piccola massa e
bassa luminosità; le curve di luce sono di norma asimmetriche,
caratterizzate da una rapidissima ascesa verso il massimo e da una discesa molto
più lenta. • Mat. - Grandezza o quantità che può
assumere tutti i valori di un determinato insieme
I. Viene usualmente
denotata con una delle ultime lettere dell'alfabeto (
x,
y,
z,
t, ecc.), in particolare con la lettera
x; l'insieme
I prende il nome di
campo di variabilità di
x e i
suoi elementi vengono detti
valori della
x. Con riferimento a una
funzione, si chiama
v.
indipendente quella i cui valori sono
scelti arbitrariamente, mentre si dice
v.
dipendente quella i cui
valori sono determinati dai valori assunti dalla
v. indipendente, tramite
la legge espressa dalla funzione stessa. Se la
v. può assumere
solo valori interi, razionali, reali o complessi, viene detta, rispettivamente,
v.
intera,
razionale,
reale o
complessa;
infine, si dice
binaria ogni
v. suscettibile di assumere solo due
valori. • Inf. - Nome o simbolo di un elemento che può assumere un
diverso valore nel tempo (ad esempio, durante l'esecuzione di un programma),
oppure può essere riferito a oggetti diversi. Viene di solito indicata
con un nome ben preciso, che la distingue da tutte le altre. ║
V.
alfanumerica o
string:
v. costituita da un
insieme di caratteri (cifre, lettere e simboli, incluso lo spazio); prende anche
il nome di
stringa. ║
V.
booleana o
logica:
v. binaria, suscettibile di assumere solo due valori (vero e falso,
oppure 1 e 0). Viene utilizzata per trattare i problemi di logica esprimibili
nell'algebra di Boole. ║
V.
di controllo:
v. che
determina l'andamento di un programma. A seconda del valore da essa assunto, il
programma può iterare su un ciclo, passare a una
subroutine, o
saltare a più possibili destinazioni. ║
V.
intera:
v. numerica che può assumere solo valori interi. ║
V.
numerica:
v. che assume solo valori numerici (interi o
decimali). ║
V globale: nei programmi di elaborazione strutturati
in più sottoprogrammi o blocchi,
v. definita con lo stesso nome in
tutti i blocchi. Ad essa si contrappone la
v.
locale, definita per
un singolo blocco.