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Vangelo.

(dal latino tardo cristiano evangelium, adattamento del greco cristiano euanghélion: buona novella, der. di eu: bene, buono e ánghelos: messaggero). Annuncio della salvezza rivelato e attuato da Gesù, e successivamente diffuso e testimoniato dagli apostoli. ║ Nome che indica ciascuno dei quattro libri del Nuovo testamento (detti V. canonici) e altri scritti che si richiamano alla figura di Gesù e presentano qualche elemento comune con i V. canonici, ma che la Chiesa non ha riconosciuto come ispirati da Dio e ha escluso, quindi, dal canone delle Sacre Scritture: tali v. sono detti apocrifi (V. OLTRE). ║ Il libro che contiene i quattro V.: giurare sul V. ║ Passo del V. che viene letto durante la Messa. ║ La parte, il momento della Messa, in cui viene letto il V.: entrarono in chiesa al V. ║ La dottrina di Cristo riportata dai V.: diffondere il V. ║ Lato del V.: lato dell'altare da cui il sacerdote legge il V. nel corso della messa (nella celebrazione rivolta verso il popolo, si tratta del lato destro rispetto ai fedeli). ║ Fig. - Verità sacrosanta: le tue parole per me sono v. • Encicl. - I quattro V. canonici sono quelli di san Matteo, san Marco, san Luca, san Giovanni; i primi tre sono chiamati sinottici (V. SINOTTICO) perché l'esposizione segue in essi un andamento in gran parte parallelo (è così possibile leggerli “sinotticamente”, con un solo colpo d'occhio, su tre colonne parallele). I primi tre hanno uno schema cronologico e geografico fisso: la predicazione di Gesù si svolge lungo l'arco di un anno e si realizza prima in Galilea, poi in Giudea. Giovanni, invece, estende la predicazione di Gesù a due anni e tratta di numerosi viaggi di Gesù a Gerusalemme. I quattro V., che riportano gli episodi più importanti della vita di Gesù e la sua dottrina, furono scritti in un periodo compreso tra il 50 e la fine del I sec. (in precedenza il V. era annunciato esclusivamente attraverso la predicazione). La storicità dei quattro V. è sempre stata affermata dalla Chiesa, fin dalle origini. Alla critica razionalista che, soprattutto a partire dall'Ottocento, ha contestato il loro valore storico, la critica cattolica ha risposto attribuendo ai V. una corretta trasmissione delle vicende e degli insegnamenti di Gesù, sottolineando come nella raccolta e nella disposizione fattane dalla Chiesa primitiva siano stati adottati criteri più di natura teologica che cronologica. Nei primi secoli della religione cristiana erano poi diffusi numerosi v. apocrifi, di cui per lo più oggi è possibile soltanto una conoscenza indiretta, attraverso delle citazioni. Questi scritti presentavano le caratteristiche più svariate: spesso erano dettati dalla volontà di illustrare momenti della vita di Gesù poco trattati nei V. canonici e concedevano non poco al gusto del meraviglioso (gli autori ricorrevano talora agli schemi del romanzo ellenistico). Altri v. apocrifi vennero scritti in appoggio a interpretazioni della dottrina evangelica in chiave gnostica o apocalittica. Particolare rilievo assume il gruppo dei v. apocrifi dedicati all'infanzia di Gesù, detti appunto v. dell'infanzia: si ricorderanno il Protovangelo di Giacomo (III-IV sec.) e il V. dell'infanzia di Tommaso, che nei manoscritti appare col titolo di Fatti dell'infanzia del Signore (risale forse al II sec.), testi redatti in greco, ma esistenti anche in altre versioni.