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Vampiro.

Personaggio proprio di alcune credenze popolari, rappresentato da un defunto resuscitato dal suo stato di morte che deve il permanere della propria vitalità all'assunzione di sangue vivo. ║ Fig. - Speculatore, sfruttatore, persona che vive alle spalle di altri, usuraio. • Zool - Nome di alcune specie di pipistrelli il cui alimento è rappresentato dal sangue di mammiferi che essi suggono da ferite che provocano con i denti aguzzi (una speciale sostanza anticoagulante contenuta nella saliva permette loro di mantenere fluido il sangue che fuoriesce dalla ferita). Diffusi soprattutto in America Centro-Meridionale, i v. appartengono alla famiglia Desmodontidi: sono particolarmente pericolosi non tanto per la quantità di sangue succhiato alle loro vittime, quanto perché sono in grado di trasmettere malattie quali la rabbia. ║ Nome comune del genere di pipistrelli fillostomidi (V. VAMPYRUM). ║ Calamaro v.: mollusco cefalopode dell'ordine Vampiromorfi (V.). • Encicl. - Sebbene l'immaginario contemporaneo tragga spunto, nella definizione del v., da leggende e credenze provenienti soprattutto dall'Europa centrale - prova ne è il termine stesso, mutuato dalle lingue magiara (vampyr), polacca (upyery), russa (upiry) -, la credenza nel vampirismo è molto antica e si trovano tracce importanti in documenti provenienti dall'antica Cina, da Babilonia, dalla Caldea, dall'Assiria, dall'Egitto, oltre che nei testi di scrittori latini e greci, tra i quali Euripide e Omero. Nel Medioevo la cultura popolare europea si arricchì delle leggende sui v. provenienti dai Paesi balcanici insieme a un corollario di magia e ritualità che contribuirà alla formazione del personaggio stesso del v. Anche l'iconografia diventò sempre più precisa, facendo assumere al tipico v. caratteristiche fisiche particolari: labbro leporino; denti canini lunghi e aguzzi; viso scarlatto; pelle gonfia; lingua dalla punta affilata; narice unica; aspetto di animale, sia esso un cane, un rospo, una pulce, un ragno. Oltre all'assunzione di sangue (attività possibile solo di notte, in quanto durante il giorno il v. giace nella sua tomba, ed è questo l'unico momento in cui è possibile annientarlo secondo rituali e tecniche più o meno complesse), il v. può, a seconda delle tradizioni, causare siccità, propagare la peste, ecc. La varietà persiste anche per quanto riguarda la causa che ha portato il v. a essere tale: suicidio, maledizione, morte violenta, ereditarietà, l'aver commesso particolari delitti, l'essere stato morso da un altro v. Tra tutte le varianti del fenomeno, punti in comune sono il collegamento della figura del v. alle tematiche e ai miti della notte e della paura dell'oscurità oltre che a quelli relativi al sangue, sostanza ambivalente in quanto portatrice di vita ma anche veicolo attraverso il quale la stessa fugge (sia i temi della notte e dell'oscurità, sia quelli relativi al sangue possono essere altresì connessi a tematiche di tipo religioso). • Lett. - La cultura dotta europea si arricchì del personaggio del v. intorno al 1600, quando venne introdotto da relazioni di viaggio relative alla Grecia e ai Balcani. Nel 1679 Philippus Rohr scrisse un trattato, Dissertatio Historico-Philosophica de Masticatione Mortuorum, dando vita a una serie di polemiche che contribuirono all'assunzione, da parte del fenomeno, di dimensioni considerevoli soprattutto all'inizio del XVIII sec. Altri testi importanti seguirono, tra i quali quello di Dom Augustin Calmet, Dissertazioni sopra le apparizioni de' spiriti, vampiri o i redivivi d'Ungheria, Moravia (1749), fino a che, nel 1819, il mito entrò di prepotenza in ambito letterario con la pubblicazione de Il Vampiro, di J.W. Polidori, medico e segretario di Lord Byron. Tra le opere seguenti legate alla figura del v. ve ne furono di Gogol', J. Sheridan Le Fanu, P. Feval, ma la più importante rimane Dracula, di B. Stoker, che legò indissolubilmente la figura del v. con il personaggio del romanzo, il conte Vlad Tepes di Valacchia, vissuto tra il 1431 e il 1476. • Cin. - Il vampirismo venne ampiamente sfruttato anche in ambito cinematografico. Tra i titoli più importanti, appartenenti ai vari generi, non da ultimo quello comico, si ricordano: Nosferatu (1922), di F.W. Murnau; Dracula (1931), di T. Browning; Vampyr (1932), di C.Th. Dreyer; Dracula il vampiro (1958), di T. Fisher; Dracula, principe delle tenebre (1965), di T. Fisher; Per favore non mordermi sul collo (1967), di R. Polanski; Martin (1978), di G. Romero; Dracula (1979), di J. Badham; Nosferatu, il principe della notte (1979), di W. Herzog; Miriam si sveglia a mezzanotte (1983), di T. Scott; Il buio si avvicina (1987), di K. Bigelow; Dracula di B. Stoker (1992), di F.F. Coppola.