Stats Tweet

Valtellina.

Valle della Lombardia, attraversata dal corso superiore del fiume Adda, dal tratto successivo alla confluenza del torrente Braulio nell'ampia conca di Bormio fino allo sbocco nella parte più settentrionale del Lago di Como. La V. ha andamento rettilineo tra le Alpi Orobie a Sud e le Alpi Retiche a Nord, fino a Tresenda, dopo di che volge a Nord-Est. In questo tratto confluiscono nella V. numerose valli: la Valfurva e la Valle del Bitto da sinistra, le valli Grosina, Viola, Fontana, di Poschiavo, Malenco, Masino, da destra. Il Passo dell'Aprica mette in comunicazione la V. con la Valcamonica, mentre il Passo dello Stelvio la unisce con l'Alto Adige; i collegamenti con l'Engadina sono garantiti dai Passi del Bernina e di Santa Maria. Importante è il collegamento ferroviario Milano-Sondrio-Tirano. Oltre a Sondrio, capoluogo di provincia, i centri principali della V. sono Bormio, Morbegno, Sondalo (per decenni sede di un rinomato sanatorio), Teglio (da cui deriva il nome della valle), Tirano. • Geogr. - La sezione superiore della valle mostra più marcato carattere glaciale, mentre la sezione inferiore e quella media sono contraddistinte da largo fondo vallivo e fianchi con pendio dolce. Il clima della valle, chiusa ai freddi venti settentrionali, è asciutto; notevole è, comunque, l'innevamento invernale. Ampi terrazzi fluvio-glaciali ricoprono i versanti vallivi; il versante meridionale, esposto a Nord e meno soleggiato, presenta una tipica vegetazione di alta montagna (boschi, castagneti, pascoli), mentre quello settentrionale, esposto a Sud e maggiormente soleggiato, accoglie coltivazioni fino ai 1.200 m (spiccano in particolare i vigneti). • Econ. - Nell'economia della valle, alle tradizionali attività dell'agricoltura e dell'allevamento si è affiancato con decisione il turismo invernale ed estivo. Bormio era apprezzata già nell'antichità come stazione termale. Notevoli sono i giacimenti di amianto. Le conche alpine alimentate dai ghiacciai sono sfruttate per gli impianti idroelettrici. L'attività industriale è presente in diversi settori: alimentare (la bresaola è un prodotto tipico della zona), metallurgico, tessile, del legno. • St. - La V. cadde definitivamente in mano ai Romani solo alla fine del I sec. a.C., dopo la conclusione della grande ribellione alpina. Alla dominazione longobarda, incominciata nel VI sec., successe, nell'VIII sec., quella dei Franchi. Nel corso del IX sec. la V. fu unita al nascente ducato di Milano. Nel 1004 Enrico II la assegnò al vescovo di Como; nei secc. XI-XII Milano e Como si disputarono il possesso della valle; la città lariana affermò definitivamente la sua supremazia nella prima metà del Duecento. In seguito al passaggio di Como sotto i Visconti nel 1335, la V. fu affidata a un podestà dipendente da Milano. Nel 1370 vi fu nella valle una sollevazione antiviscontea. Nel 1485 la regione fu infeudata ad Ascanio Sforza. Dopo un breve periodo sotto la Francia nei primi anni del XVI sec., nel 1512 passò ai Grigioni. La valle, in cui ebbe larga diffusione la religione protestante, si trovò coinvolta nel Cinquecento e nel Seicento in aspre contese politiche e religiose, legate anche alla sua posizione strategica. La politica vessatoria messa in atto nei confronti dei cattolici, suscitò, nel 1620, una cruenta rivolta (detta Sacro Macello). Alla valle fu concessa in un primo tempo l'indipendenza, ma il prevalere delle logiche internazionali portò, attraverso i Trattati di Madrid (1621) e di Monçon (1626), al suo ritorno sotto i Grigioni, che la mantennero fino alla fine del Settecento, fatta salva una breve occupazione francese (tra il 1635 e il 1637) nell'ambito della guerra per la Successione di Mantova. Nel 1797 in V. fu proclamata una Repubblica indipendente, dapprima federata, poi annessa alla Repubblica Cisalpina. Nell'età della Restaurazione la V. fu sottomessa all'Austria, cui si ribellò nel 1859. ║ Nel luglio 1987 le abbondanti precipitazioni e i nubifragi provocarono un'imponente frana staccatasi dal Monte Coppetto, sovrastante la Val Pola, che ebbe conseguenze disastrose: si registrarono numerose vittime e furono cancellate le frazioni di Sant'Antonio Morignone, Morignone e Aquilone.