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Valàcchia.

Regione storica della Romania. Delimitata a Nord-Ovest dai Carpazi e a Sud dal corso del Danubio, confina con Serbia, Bulgaria e Dobrugia ed è suddivisa dalla valle dell'Olt in due regioni: l'Oltenia (V.) a Ovest e la Muntenia (V.) a Est. • Geogr. - Da un punto di vista morfologico, la V. si compone di una serie di terrazzi incisi dall'erosione e degradanti man mano che si procede da Nord verso Sud. Il clima è continentale, con elevate escursioni termiche e precipitazioni scarse in pianura ma abbondanti sui Carpazi. • Econ. - L'economia dell'area è essenzialmente agricola (mais, grano, tabacco), ma assai praticato è anche l'allevamento (bovino, ovino ed equino). I giacimenti petroliferi della regione hanno portato alla creazione di numerose raffinerie; tra le altre industrie si ricordano quelle meccaniche di Ploiesti e quelle alimentari, tessili e del cuoio di Bucarest, Brăila e Craiova. • St. - Il ritiro romano dalla Dacia (274) aprì per la regione che nel IX sec. avrebbe ricevuto il nome di V. una stagione di continue invasioni che sarebbero terminate solo nel XIII sec., con l'estensione della sovranità dei re magiari sull'area. Agli inizi del XIV sec., però, un capo locale di nome Basarab riuscì a guidare la V. ungherese verso l'indipendenza politica, che il re d'Ungheria Carlo Roberto d'Angiò riconobbe nel 1330. I successori di Basarab ampliarono lo Stato (che arrivò a comprendere sotto Mircea il Grande il Banato di Severin, i territori situati sulle rive del Danubio sino al Mar Nero e la parte meridionale dell'attuale Bessarabia), liberandolo altresì dagli obblighi feudali che erano rimasti in vigore nei riguardi dell'Ungheria e che l'invasione turca del 1395 ristabilì a favore del sultano. Tra il 1418 e il 1526 la V. fu oggetto di contesa tra Ungheresi e Turchi; furono questi ultimi ad avere la meglio sconfiggendo i rivali a Mohàcs (1526) e sottomettendo la regione. Dopo che all'inizio del XVII sec. era fallito il tentativo di liberazione operato da Michele il Bravo, la V., ridotta a provincia ottomana, entrò in una fase di profonda decadenza che raggiunse il suo culmine nel XVIII sec., allorché l'amministrazione della regione fu affidata a stranieri (i fanarioti). Nella seconda metà del Settecento, la Russia cominciò a intervenire attivamente negli affari dell'area: ottenuto col Trattato di Küciük Qainarge (1774) il riconoscimento del diritto di tutelare presso il Governo ottomano la Chiesa ortodossa, occupò la V. una prima volta nel periodo 1806-12 e poi ancora nel 1828, finché la regione fu dichiarata autonoma dalla Pace di Adrianopoli (1829). I moti insurrezionali del 1848, però, offrirono l'occasione per un nuovo intervento dei Russi, che dapprima istituirono in V. una sorta di governatorato, quindi, nel 1853, dopo lo scoppio della guerra con la Turchia, occuparono di nuovo la regione. Gli eventi della guerra di Crimea determinarono successivamente un biennio di occupazione austriaca (1854-56), che si concluse quando la Pace di Parigi (1856) sancì la sovranità turca sulla V. Nel 1859, infine, la regione fu unita alla Moldavia nella persona del principe Alessandro Giovanni Cuza; dai Principati uniti di V. e Moldavia sarebbe sorta nel 1878 la Romania.