Med. - Somministrazione, a scopo preventivo (o
profilattico) o terapeutico (o curativo), di particolari preparati, detti
vaccini. Per entrambi i tipi di
v. l'obiettivo è attivare
il sistema immunitario in modo da ottenere, al bisogno, una risposta anticorpale
più efficiente. Nella
v.
a scopo profilattico, la
più comune, prima della somministrazione il vaccino viene trattato in
modo da risultare non nocivo, pur mantenendo la proprietà di
sensibilizzare il sistema immunitario. L'effetto “sensibilizzante”
del vaccino sul sistema immunitario dura per molto tempo o addirittura, nel caso
dei vaccini più efficaci, tutta la vita, cosicché quando
l'individuo vaccinato viene in contatto con il patogeno il suo sistema
immunitario è in grado di reagire con una risposta molto potente e
altamente specifica, tale da impedire lo sviluppo dell'infezione
(
immunità). La
v.
preventiva non si limita a
proteggere il singolo individuo ma, se effettuata sistematicamente e per un
periodo abbastanza lungo su tutta la popolazione, è in grado di produrre
un'immunità di massa nella quale anche i pochi individui non vaccinati
sono protetti: ciò è possibile in quanto la catena di trasmissione
necessaria a diversi patogeni per sopravvivere all'interno di una popolazione
è continuamente interrotta dai soggetti immuni. A seconda che vengano
somministrati vaccini vivi attenuati o vaccini uccisi, la
v. può
essere
attiva o
passiva. La prima, nella quale si assiste a una
reazione che simula su scala ridotta il quadro della malattia, conferisce al
soggetto un'immunità umorale, o anticorpale, durevole già subito
dopo la prima somministrazione. Nella seconda l'effetto protettivo ottenuto
dall'inoculazione di ceppi inattivati o uccisi è più blando e
appare più tardi. Questo tipo di
v., inoltre, richiede dosi
più elevate e presuppone dei richiami successivi. Le
v. a scopo
profilattico si distinguono in
obbligatorie,
raccomandate e
consigliate. In Italia le
v.
obbligatorie, che rientrano
nelle
v. di massa rivolte alla popolazione pediatrica, sono
l'antipoliomielite, l'antidifterica, l'antitetanica e, dal 1991, anche la
v. contro l'epatite B (l'antivaiolosa è stata abrogata nel 1981 in
seguito alla distruzione totale del virus del vaiolo). Per alcune categorie di
persone considerate particolarmente esposte al rischio di malattia sono
obbligatorie anche altre
v. Per esempio, l'antitubercolare con BCG
è obbligatoria per i parenti o i coabitanti di malati di tubercolosi, per
i lavoratori ospedalieri e gli studenti di medicina; l'antirabbica è
indicata per i soggetti morsi da animali randagi o selvatici; l'antitifoidea
è obbligatoria per gli addetti ai servizi di cucina e lavanderia degli
ospedali e di tutti i servizi pubblici, per coloro che si occupano
dell'approvvigionamento idrico, per chi lavora nei servizi di raccolta e
distribuzione del latte e per quanti sono impegnati nei settori della
produzione, della vendita e del trasporto di alimenti e bevande;
l'antimeningococcica, infine, è obbligatoria per chi presta il servizio
di leva militare (
v.
selettive). A chi si reca in alcuni Paesi in
via di sviluppo sono richieste o
raccomandate ulteriori
v., come
quelle contro colera, febbre gialla, tifo, peste, encefalite giapponese, epatite
A, malaria. Sono consigliate e quindi
facoltative le
v. contro la
pertosse, il morbillo, la parotite, la rosolia e l'influenza. Assai diffusa, a
scopo profilattico, è l'associazione antitetanica, antidifterica e
antipertosse, una combinazione in cui l'azione di ciascun tipo di anatossina
è rinforzata dalla presenza delle altre. Benché rientri nelle
v. consigliate, l'antipertosse è raccomandata per il rischio che
comporta se colpisce prima dei 18 mesi d'età. Altrettanto raccomandata
per i bambini di 15-18 mesi che non presentino controindicazioni è la
v. contro il morbillo, allo scopo di prevenire le rare ma gravissime
complicanze neurologiche immediate o tardive della malattia. La
v. contro
la rosolia è consigliata a tutte le donne in età fertile per
scongiurare il pericolo rappresentato dalla malattia durante la gravidanza, dato
che il virus può provocare al feto gravi danni soprattutto durante le
prime 12 settimane. La
v. antinfluenzale (contro
l'Haemophilus
influenzae di tipo B o Hib) è raccomandata per i bambini, le persone
anziane e gli individui affetti da malattie croniche degli apparati
cardiocircolatorio e respiratorio. Il più delle volte la via di
somministrazione è parenterale, per iniezione sottocutanea o per
iniezione sotto pressione, entrambe in grado di garantire la massima permanenza
locale e un lento assorbimento. Sono previste però anche la
somministrazione intramuscolare, per i vaccini che possono dare effetti
secondari indesiderati, e orale, per i vaccini vivi. Il volume e il mezzo nel
quale il vaccino viene disciolto hanno un'importanza determinante nel rallentare
l'assorbimento e nell'amplificare la risposta immunitaria. Le modalità
della
v. dipendono da alcune caratteristiche farmacologiche dei vaccini.
La dose di vaccino è direttamente proporzionale alla risposta immunitaria
dell'organismo fino a un certo punto, oltre il quale la risposta comunque
decresce. In pratica, per i vaccini vivi attenuati, con l'unica eccezione per il
vaccino anti-polio somministrato in tre dosi, si effettua una sola
somministrazione, mentre per i vaccini inattivati si praticano solitamente due
somministrazioni a distanza di 6-8 settimane (ciclo primario), eventualmente
supportate da una terza somministrazione (ciclo di rinforzo) dopo 6-12 mesi.
Insieme, queste tre dosi costituiscono il
ciclo di base della
v.,
cui possono seguire dosi successive (
richiami). Le
v. possono
provocare effetti indesiderati, distinguibili in
incidenti, rarissimi ma
molto gravi perché a carattere epidemico, dovuti a errori nella
preparazione, conservazione o somministrazione del vaccino,
collaterali
o
secondari, correlati a proprietà intrinseche dei vaccini,
intolleranze, dovute alla scarsa capacità del soggetto a tollerare
l'infezione locale provocata dai vaccini attenuati, e
complicazioni,
ovvero manifestazioni cliniche eziologicamente indipendenti dalla
v. ma
da quest'ultima amplificate o aggravate. La
v. a scopo terapeutico,
utilizzata in passato per talune patologie, oggi rappresenta, soprattutto in
associazione all'attività immunoregolatoria delle citochine, un approccio
terapeutico molto promettente per il trattamento di svariate forme di tumore.
Particolarmente indicata in caso di tumori residui minimi, come sistema per
prevenire recidive dopo il trattamento chirurgico e, in futuro, per gli
individui portatori di mutazioni che conferiscono suscettibilità allo
sviluppo di neoplasie, essa si avvale di antigeni tumorali in grado di stimolare
una buona reattività immunologica e un'efficace risposta clinica
(immunoterapia attiva). • Encicl. - La prima
v. nella storia della
medicina preventiva è stata quella, del tutto empirica, contro il vaiolo
messa a punto da E. Jenner nel 1796, iniettando nell'uomo una piccola
quantità di essudato prelevato dalle lesioni vaiolose di vacche infette.
Successivamente gli studi compiuti da L. Pasteur hanno consentito la
realizzazione di vaccini costituiti da germi attenuati, il primo dei quali
è stato il vaccino antirabbico, somministrato per la prima volta nel
1885. L'impegno di scienziati eminenti quali A.-L. Calmette e A. Castellani ha
portato alla realizzazione del vaccino contro la peste e a quello contro il
colera. Durante la prima guerra mondiale è stato messo a punto il vaccino
contro il tifo addominale e nel 1923 sono state realizzate le prime anatossine
contro la difterite, mettendo a punto le prime associazioni di vaccini. Una
terapia profilattica definitiva contro la tubercolosi è stata stabilita
sempre negli anni Venti da Calmette e Guérin i quali realizzarono il BCG,
un vaccino innocuo ed efficace di enorme successo. Nel 1955 ha avuto inizio la
campagna di
v. contro la poliomielite grazie all'elaborazione di un
vaccino, realizzato da J.E. Salk, costituito da virus uccisi; in seguito questo
vaccino è stato sostituito da quello, messo a punto da A. Sabin, ottenuto
con virus attenuati. In seguito all'epidemia nota come “asiatica”,
è stato realizzato un vaccino antinfluenzale efficace soltanto contro un
particolare ceppo virale. Negli anni Ottanta è stato realizzato anche il
vaccino contro l'epatite di tipo B.