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Vèrnia, Nicoletto.

(o Nicolò o Pàolo Nicola). Filosofo italiano. Allievo di Paolo della Pergola e di Gaetano da Thiene, nel 1465 sostituì quest'ultimo alla cattedra di Filosofia naturale nell'ateneo di Padova, dove ebbe come allievi P. Pomponazzi (in seguito suo collaboratore), A. Nifo e P. della Mirandola. Critico seguace dell'Averroismo, ne abbracciò le tesi sull'unità dell'intelletto sensibile, ma nel 1489, dopo l'editto del vescovo di Padova P. Barozzi, che vietava le discussioni riguardanti il problema dell'intelletto, ritrattò le sue posizioni nel suo scritto Quaestiones de pluralitate intellectus contra falsam et ab omni veritate remotam opinionem Averroys et de animae felicitate (1492). Fu forte sostenitore dell'autonomia della fisica nei confronti della metafisica, della superiorità della scienza della natura sulle scienze dell'uomo, dell'importanza della didattica e della pedagogia. Tra i suoi testi dedicati all'insegnamento ricordiamo: Quaestio an ens mobile sit totius philosophiae naturalis subiectum (1480); Quaestio an coelum sit ex materia et forma constitutum vel non (1481); Quaestio an medicina nobilior ac praestantior sit iure civili (1482); Quaestio an caelum sit animatum (1491); Quaestio de gravibus et levibus (postumo 1504) (Chieti 1420 circa - Vicenza 1499).