Che riguarda i Veda:
inni v. ║
Antica lingua indiana in cui sono scritti i Veda e in particolare il
Rgveda (V. SANSCRITO). ║
Religione
v.: è la più antica religione degli Indiani di lingua
indoeuropea. Essa è stata rivelata e trasmessa attraverso i Veda, i quali
comprendono anche i testi di interpretazione e di elaborazioni ritualistiche e
speculative. La religione
v. si presenta come un politeismo complesso, il
cui pantheon è composto da numerosissime divinità rappresentanti
fenomeni e potenze che intervengono direttamente nella vita del gruppo,
determinando il benessere e la ricchezza, oppure la distruzione e la morte.
Tuttavia, le divinità
v., nella loro frequente indeterminatezza
funzionale e iconica, tendono a essere manifestazioni di un unico principio
vitale, una Potenza numinosa che l'uomo sperimenta come azione presente nel
cosmo. Gli dei riflettono anche un contesto sociale e di classi secondo
l'ideologia tripartita degli Indoeuropei: la funzione della
"sovranità"
espressa da Mitra e Varuna, quella della
"forza" espressa da Indra e quella della "ricchezza"
(fecondità e produzione di beni) rappresentata dagli Aœvin. Per
garantirsi la protezione degli dei, l'uomo deve provvedere a sostenerli e
alimentarli con i sacrifici (nei quali le funzioni principali sono devolute ad
Agni, il fuoco sacrificale, e a soma, la bevanda sacrificale) e ad accrescere la
loro essenza vitale divina con le lodi e i canti. La reazione divina al
comportamento umano non è perciò legata alla moralità di
tale comportamento, quanto alla correttezza e regolarità dell'azione
rituale e anche all'osservanza alle norme che reggono l'ordine sociale. Gli dei
sono i conservatori di tale ordine, lo
rtá, che è la norma
universale della vita del cosmo e anche l'ordinato costituirsi della convivenza
umana. Il rito rappresenta allora, oltre che una preghiera-richiesta rivolta
alla divinità, l'atto che sostiene e incrementa l'ordine cosmico. Da qui
l'essenzialità dell'azione rituale, che diventa l'operare per eccellenza.
Caso unico nelle religioni antiche, i riti del culto
v. non avevano
carattere pubblico, ma venivano eseguiti su commissione di un privato che agiva
esclusivamente per sé e per la sua famiglia, incaricando dell'ufficio uno
o più sacerdoti. Meno solenni erano i
grhya, o cerimonie
domestiche, officiate dal padre di famiglia allo scopo di garantire la felice
risoluzione di tutti i periodi di crisi della famiglia e dei suoi singoli membri
(nascita, pubertà, morte). Sia i riti domestici sia quelli solenni non
erano eseguiti nei templi, ignoti alla religione
v., ma nelle case oppure
su un terreno erboso in prossimità della casa stessa, e comportavano
l'offerta sacrificale di cibi agli dei.