Pittore e musicista italiano. Si
stabilì a Milano nel 1901 dedicandosi in un primo tempo alla musica.
Attratto dalla pittura, che studiò da autodidatta, si avvicinò in
particolare alla tecnica divisionista, sugli esempi di Previati e di Romani. Le
prime opere (
I lampi, 1909-10, Roma, Galleria d'Arte Moderna) ricalcano
tali modelli e mostrano, contemporaneamente, anche un sensibile influsso del
Boccioni prefuturista. Al 1909 risale l'incontro con Boccioni, Carrà e
Marinetti, in seguito al quale
R. aderì al nascente movimento
futurista, del quale nel 1910 firmò il
Manifesto dei pittori
futuristi e il
Manifesto tecnico della pittura futurista.
Partecipò alle prime mostre di opere pittoriche futuriste
(
Solidità della nebbia, 1912, Milano, Collezione Mattioli;
Compenetrazione di case+luce+cielo, 1912-13, Basilea, Kunstmuseum), ma
sostenne il movimento, oltre che collaborando alla rivista “Poesia”,
anche in campo musicale. Il suo contributo più originale al movimento
riguarda anzi questo settore, con la ricerca di una nuova musica, concepita come
organizzazione di rumori, che
R. teorizzò e propagandò
attivamente, con conferenze, concerti e la pubblicazione di volumi quali
Gli
intonarumori futuristi (1913) e
L'arte dei rumori (1916), e con la
realizzazione di una serie di composizioni nelle quali utilizzò strumenti
da lui inventati (il ronzatore, lo scoppiatore, ecc.). Volontario nella prima
guerra mondiale, si trasferì a Parigi. A partire dagli anni Quaranta,
dopo aver compiuto a Parigi ricerche nel campo dell'occultismo, riprese a
dipingere, orientandosi a un realismo imbevuto di accenti simbolisti, in uno
stile vagamente naïf (Portogruaro, Venezia 1885 - Cerro di Laveno, Varese
1947).