(dal greco
ródon: rosa). Chim. - Elemento chimico di
numero atomico 45 e peso atomico 102,905; simbolo:
Rh. Nella tavola
periodica degli elementi si colloca al centro dell'ottavo gruppo, fra il rutenio
e il palladio, avendo il nichel e il platino come omologhi rispettivamente
inferiore e superiore. Fu scoperto nel 1803 da W.H. Wollaston che per primo lo
isolò; il nome gli fu assegnato per il colore rosato di alcuni suoi sali
in soluzione. ║
Stato naturale: il
r. è un elemento
raro nella crosta terrestre, della quale costituisce solo l'1 Ì
10
-7 %; è quindi, alla pari con iridio e renio, uno dei
metalli stabili più rari della crosta terrestre, essendo la sua
abbondanza circa 1/5 di quella del platino e dell'oro. È uno dei pochi
elementi che in natura presenta un solo isotopo stabile, il
103Rh.
È presente allo stato nativo in certe leghe oro-
r., dette
rodite (al 30-43% di
r.) e in piccole quantità in numerosi
giacimenti di platino nativo. La sua estrazione quindi è sempre
accoppiata alla produzione di almeno un metallo prezioso di cui il
r.
è di solito un sottoprodotto. ║
Proprietà fisiche: il
r. è un metallo di aspetto simile al platino, ma di colore
leggermente più bianco che si avvicina moltissimo a quello dell'argento
lucidato da poco. È un metallo refrattario: fonde a 1.966 °C e bolle
a una temperatura intorno ai 3.727 °C. A temperatura ambiente ha peso
specifico 12,4; cristallizza nel sistema cubico a facce centrate, come l'oro.
Presenta una buona conducibilità termica ed elettrica. Assai elevata
è la sua riflettività, che aumenta costantemente nel campo del
visibile e dell'infrarosso all'aumentare della lunghezza d'onda della
radiazione. Rispetto al platino presenta una forza elettromotrice notevole; per
questo motivo sono molto diffuse le termocoppie di platino puro contro una lega
90%Pt-10%Rh che ha un ottimo comportamento anche ad alta temperatura. Fra i
metalli del gruppo del platino (rutenio,
r., palladio, osmio, iridio e
platino) il
r. è uno dei più duri, avendo una durezza di
120 Brinell allo stato ricotto. Nelle stesse condizioni la resistenza a trazione
ammonta a circa 100 kg/mm, ma allo stato fortemente incrudito può
raggiungere valori anche molto superiori. Per questo motivo è spesso
usato per indurire il platino. Allo stato massiccio può essere lavorato
solo a caldo, ma un foglio può essere laminato a freddo e in filo
trafilato con facilità. ║
Proprietà chimiche e
composti: il
r. è un metallo nobile, cioè dotato di
scarsissima tendenza a passare in soluzione anche in presenza di ambienti
chimici aggressivi. Per riscaldamento in aria reagisce lentamente verso gli 800
°C a dare ossido Rh
2O
3, ma a temperatura ambiente
resiste indefinitamente. A differenza dell'oro, non è attaccato neanche
dall'acqua regia e si solubilizza in questa solo in presenza di aggiunte di
acido fluoridrico. L'acido solforico lo attacca solo a caldo, ma lentamente;
è invece aggredito da acido bromidrico in presenza di bromo libero, da
bromo in presenza di umidità e dall'ipoclorito di sodio. A caldo viene
attaccato anche dallo zolfo e dal cloro. Nei suoi composti manifesta normalmente
valenza 3, raramente 2 o 4. La sua chimica è alquanto complessa e i suoi
composti hanno scarsa importanza, a eccezione di quelli che servono per la sua
estrazione metallurgica, del solfato Rh
2(SO
4)
3
e del fosfato, usati nella sua deposizione elettrolitica. Talvolta viene
preparato anche il
rodiocarbonilcloruro, un composto di coordinazione
volatile che può servire per rodiare certe parti (ad esempio plastiche)
per metallizzazione sotto vuoto. ║
Preparazione: dalle leghe
naturali con gli altri preziosi il
r. viene separato per via chimica. Si
scioglie la lega in acqua regia che attacca gli altri metalli, asportandoli in
gran parte. Il residuo viene poi sciolto in piombo fuso a formare una lega che
viene aggredita con acido nitrico, finché resta un residuo di
r.
impuro. Questo viene sottoposto a una energica clorurazione per asportare le
rimanenti impurezze. Il residuo di cloruro di
r. così ottenuto
viene fuso con bisolfato sodico e portato in soluzione, dalla quale si recupera
poi il metallo per precipitazione e riduzione con idrogeno. ║
Usi:
il
r. allo stato puro non trova nessuna applicazione, eccetto che per la
rodiatura (V.). La lega
r. al 90%,
platino al 10% è impiegata nella fabbricazione di termocoppie, per
contatti elettrici, per la fabbricazione di filiere per lana di vetro o fibre
artificiali e sintetiche, per avvolgimenti elettrici destinati a lavorare ad
alta temperatura, per la fabbricazione di reti usate per la catalisi
dell'ossidazione dell'ammoniaca nella produzione di acido nitrico, per crogioli
e recipienti per vetro fuso. Caratteristica del
r., come di molti metalli
del gruppo del platino è l'efficacia come catalizzatore di diverse
reazioni. Le reti di platino-
r., usate nella catalisi dell'ossidazione
dell'ammoniaca, hanno un'elevata efficienza (la reazione avviene al 99% con un
solo passaggio nel reattore) e una durata superiore a quelle di platino puro.
Per precipitazione da soluzioni opportune si può ottenere il
nero di
r., metallo allo stato di fine suddivisione (contenente probabilmente anche
ossidi e idruri) che ha un potere catalitico ancor più elevato. Esso
viene impiegato nell'industria chimica e come pigmento nero per la colorazione
di porcellane di alta qualità.