Parte della litosfera terrestre costituita da aggregati di minerali
organizzati in masse petrograficamente indipendenti. ║ Nell'uso corrente,
la parte della crosta terrestre, rapportata alla terra e all'humus, maggiormente
coesa e resistente. ║ Masso, rupe, blocco di pietra viva e nuda che abbia
forte pendenza rispetto al terreno in cui affonda la sua porzione basale.
║ Fig. -
Costruire sulla r.: intraprendere un'iniziativa su solide
basi. ║ Fig. - Di persona dotata di principi incrollabili, che non si
lascia smuovere da niente e da nessuno (
sei un r.!). • Sport -
Alpinismo su r.: l'arrampicata su
r. prevede le tecniche a
progressione libera e a progressione artificiale, che possono essere praticate
in cordata o in solitaria, sia slegati sia autoassicurati. L'
arrampicata
libera è la tecnica più diffusa ed è considerata da
molti sportivi l'unica veramente lecita: in essa, infatti, i mezzi artificiali
(chiodi, moschettoni, ecc.) sono utilizzati al solo scopo di garantire
assicurazione e non a quello di facilitare la progressione. Nel
free climbing
(V.), inoltre, chiodi e moschettoni sono del
tutto banditi in un confronto integrale dell'alpinista con le difficoltà
del percorso. Regola principe dell'arrampicata libera è quella dei
tre
punti fissi, in base alla quale si muove un solo arto alla volta, mantenendo
l'appoggio sugli altri tre: la spinta ascensionale è data dalle gambe,
mentre le mani garantiscono l'equilibrio. L'ascensione procede o per sforzi
verticali (spinta sull'appoggio o trazione sull'appiglio) o per opposizione, in
percorsi chiusi come fessure, camini o diedri, o ancora sfruttando l'aderenza
delle suole sulla pendenza della parete rocciosa. L'
arrampicata
artificiale,
invece, è stata applicata, soprattutto negli anni
Sessanta, ai passaggi considerati irrisolvibili per quella libera (tetti,
strapiombi, pareti verticali, ecc. ): corde, moschettoni, chiodi fissi, ganci
(cui vengono attaccate staffe) sono variamente utilizzati per consentire la
progressione. • Geol. - Nella maggior parte dei casi le
r. sono
aggregati di specie mineralogiche eterogenee e vengono perciò dette
eterogenee o
composte; tuttavia esistono anche
r., dette
semplici o
omogenee, formate da una sola specie minerale,
affiancata in modo marginale da elementi detti
accessori (quali, ad
esempio, salgemma o gesso); infine si registra il caso di
r. prive di
minerali, come l'
ossidiana o vetro vulcanico, che sono omogenee e a
struttura amorfa. I minerali costitutivi di una
r. si distinguono in
essenziali, quando determinano la natura della
r. stessa o,
appunto,
accessori, quando la loro presenza o meno non influisce sulla
natura di essa, anche se talvolta ne configurano particolari caratteristiche.
║
Proprietà delle r.: le differenti tipologie di
r. possono essere descritte anche mediante la valutazione di peculiari
proprietà fisiche, per lo più di tipo meccanico. Le principali
proprietà che determinano il carattere fisico di una
r. rispetto a
un'altra sono: il
peso specifico del solido secco, espresso dal rapporto
tra il peso di un dato volume di
r., considerata in quanto priva di pori,
e il medesimo volume (per le
r. della litosfera esso varia da 2,5
t/m
3 per quelle sialiche, a 3,0 t/m
3 per quelle femiche);
il
peso di volume, ovvero il peso specifico della
r. allo stato
naturale, che risulta sempre inferiore al peso specifico del solido secco
perché mantiene la porosità dell'elemento; la
porosità, cioè il rapporto fra il volume dei vuoti
contenuti in un certo volume di
r. e quest'ultimo; la
permeabilità, ovvero la capacità di una
r. di essere
attraversata dall'acqua o dall'aria (che a sua volta si distingue in
permeabilità acquisita, ad esempio di graniti e calcari fratturati
- diversamente impermeabili -, e
permeabilità congenita, ad
esempio di
r. incoerenti, come le ghiaie); l'
umidità, che
esprime il rapporto fra il peso d'acqua contenuto in un dato volume di
r.
e il peso del medesimo volume di solido secco; la
composizione
granulometrica,
dato rilevato in particolare per quanto riguarda i
terreni, ricavabile o per
stacciatura (grani maggiori di 0,06 mm) o per
sedimentazione (grani minori di 0,06 mm). ║
Analisi
petrologica: l'indagine scientifica di una
r. si occupa anche della
sua composizione chimica, qualitativa e quantitativa, e mineralogica (che viene
condotta mediante il microscopio petrografico o, se necessario, attraverso
l'analisi ai raggi X, la microsonda, la radiografia γ e la quantimetria).
Altri aspetti indagati da un'indagine petrografica sono la
struttura,
ovvero l'insieme dei caratteri visibili originatisi nella
r. durante la
sua storia geologica, la
tessitura, ovvero la modalità di
aggregazione dei minerali e delle particelle costitutive la massa rocciosa in
esame, l'
età e la
posizione geologica, valutabili mediante
criteri stratigrafico-paleontologici o metodi di datazione radiometrica, e la
petrogenesi, ovvero l'origine della
r. stessa. ║
Classificazione: la petrogenesi rappresenta anche il criterio principe per
la classificazione delle
r.: gli altri caratteri enucleati dall'analisi
petrologica, infatti, risultano ambigui (il dato chimico-mineralogico, ad
esempio, può unire tra loro
r. diversissime per natura e origine)
o insufficienti (i dati strutturali possono variare considerevolmente in una
stessa massa). La classificazione a tutt'oggi considerata più valida ed
esaustiva è perciò quella petrogenetica (che considera origine,
struttura, tessitura e composizione mineralogica), in base alla quale si
distinguono
r. eruttive, dette anche
ignee o
magmatiche,
sedimentarie e
metamorfiche. ║
R. eruttive: sono il
prodotto del consolidamento, di masse di materiale fuso (
magma) filtrate
dagli strati più profondi della litosfera. In base alle modalità
del raffreddamento del magma, si distinguono a loro volta in tre tipologie. Le
r. intrusive o
plutoniche si formano in profondità
(internamente alla crosta, a temperatura e pressione elevata) da un lento
processo che dà luogo a una cristallizzazione completa delle
r.,
con cristalli visibili a occhio nudo. Le
r. effusive o
vulcaniche
originano da un processo di raffreddamento superficiale (a giorno, cioè
in condizioni subaeree o subacquee) che, essendo più rapido, dà
luogo a cristalli minuti o talvolta a
r. vetrose per la loro alta
viscosità. Il terzo gruppo delle
r. filoniane o
ipoabissali
si forma in condizioni intermedie tra le due precedenti: il magma raffredda a
scarsa o minima profondità, in fratture della crosta terrestre in cui si
è infiltrato. La struttura delle
r. effusive (cioè il
rapporto spaziale tra le componenti) varia perciò in base al tipo di
raffreddamento: nelle
r. intrusive,
olocristallina granulare,
distinta in
ipidiomorfa e
autoallotriomorfa (a seconda che i
cristalli delle diverse specie mineralogiche si siano segregati secondo un
ordine di successione oppure si siano costituiti contemporaneamente); nelle
r. effusive,
porfirica o
vetrosa (a seconda che siano
presenti pochi e isolati
fenocristalli oppure che nella pasta di fondo
siano presenti numerosissimi piccoli cristalli), nelle quali i cristalli hanno
dimensioni fortemente ridotte, o sono del tutto assenti, immersi in una massa di
fondo vetrosa e amorfa; le
r. ipoabissali hanno una struttura che di
volta in volta può farle assomigliare a
r. effusive o a
r.
intrusive. Nelle
r. eruttive in genere è presente una certa
quantità di minerali
essenziali, tra cui prevalgono i
sialici, ovvero quelli ricchi di silicio e alluminio, e i
femici,
ovvero quelli ricchi di ferro e magnesio, mentre è minima la
quantità di minerali
accessori: tutti hanno però carattere
singenetico, in quanto si sono formati durante il raffreddamento del magma.
L'analisi chimica consente un'ulteriore distinzione, interna alle
r.
eruttive, sulla base della percentuale di silice (SiO
2) riscontrata
in ciascuna di esse:
r. acide, sono quelle con una percentuale superiore
al 65% di silice;
neutre, con silice compresa tra il 65% e il 52%;
basiche, con silice tra il 52% e il 43%;
ultrabasiche, con silice
inferiore al 43%. Un altro criterio di distinzione è fornito dalla
quantità presente rispettivamente di silice, alcali e allumina o di
minerali femici: nel primo caso si parla di
r. sialiche o
leucocratiche, nel secondo di
r. femiche o
melanocratiche.
Le prime, comprendenti
r. sia intrusive sia effusive, sono: quarzi,
feldspati, feldspatoidi, muscovite, ecc.; le seconde hanno colore scuro, bruno,
verde o nero, e comprendono biotiti, anfiboli, pirosseni, olivine, ecc. Le
differenti classificazioni sopra accennate, fondate sulla diversa composizione
chimica e mineralogica, sono però tra loro correlate: le
r. acide,
ad esempio, sono leucocratiche e quelle basiche, melanocratiche. ║
R.
sedimentarie o
esogene: sono il prodotto dell'azione di agenti
esogeni (erosione, trasporto, deposizione e diagenesi) a carico di materiale
organico e inorganico sulla superficie terrestre, sia in ambiente subaereo, sia,
più frequentemente, subacqueo; queste
r. sono assai diffuse e
ricoprono circa l'80% della superficie terrestre. Le
r. sedimentarie sono
analizzate in base a tre caratteri principali:
composizione,
tessitura e
struttura. La composizione riguarda le particelle
costitutive la
r. medesima, che possono essere
granuli (singoli
minerali, frammenti di
r. o di gusci di organismi),
precipitati
chimici (cristalli e gel colloidali amorfi),
frammenti vulcanici
(lave, vetro, cristalli),
particelle di origine mista (ooidi, peloidi,
pisoliti, ecc.) e
materiali meteorici o
extra-terrestri. La
tessitura riguarda l'aggregazione complessiva dei materiali che compongono una
r. (dimensione, forma, arrotondamento, orientamento, ecc.) e il processo
d'origine (meccanico, chimico, organico). In base a ciò si riconoscono
tre tipi di tessitura:
clastica, caratterizzata dall'aggregazione di
particelle di varie dimensioni, rotte o abrase, a contorni irregolari;
cristallina, caratterizzata da cristalli formatisi in seguito alla
precipitazione primaria da soluzioni sature, o alla cristallizzazione di una
sostanza amorfa o attraverso processi di ricristallizzazione;
organogena,
in cui le singole particelle sono costituite da gusci e scheletri di organismi.
Il termine struttura si riferisce alla caratteristica propria delle
r.
sedimentarie, quella di essere stratificate: la
stratificazione, infatti,
dovuta alle modalità di formazione di una
r., rappresenta l'unica
caratteristica comune alle
r. sedimentarie. Fondamentale per la loro
descrizione risulta il tipo di depositi che le compongono (in particolare, se
esistono, i fossili) e, per quelle costituite da granuli, la loro granulometria.
In base al tipo di materiale, le
r. sedimentarie si distinguono in
clastiche o
detritiche,
chimiche,
organogene o
biochimiche, e
piroclastiche. Le prime si formano per deposito di
materiali detritici sottratti dall'erosione alle
r. preesistenti; possono
essere sciolte, incoerenti o cementate da un cemento naturale che può
avere composizione calcarea, silicea, marnosa, argillosa, arenacea, ferrifera o
limonitica e possono essere composte da particelle grossolane (
ruditi),
medio-fini (
areniti) o fini (
lutiti e
peliti). Le
r.
di origine chimica si formano in seguito alla precipitazione di sostanze sciolte
nelle acque per evaporazione delle acque stesse (
r. evaporitiche), oppure
per trasformazione in sostanze insolubili. A seconda della natura chimica, le
r. chimiche si distinguono in:
saline,
calcaree,
dolomitiche,
ferrifere,
alluminose,
silicee. Le
r. organogene si formano invece per accumulo dei resti di organismi
animali o vegetali che possono avere composizione diversa. Infine, le
r.
piroclastiche si formano per deposito di materiali eruttati dai vulcani
durante le fasi esplosive e sono comunemente note come
tufi, suddivisi
in: brecce vulcaniche, tufi vulcanici e cineriti. Le
r. sedimentarie
possono essere classificate anche in base alla dimensione dei frammenti che le
costituiscono o in base alle componenti principali che le costituiscono. ║
R. metamorfiche: derivano da trasformazioni di carattere mineralogico e
strutturale di
r. sedimentarie, di
r. eruttive o di
r.
magmatiche che, a causa di mutamenti della temperatura e della pressione
(V. METAMORFISMO),
modificano più o meno profondamente l'aspetto originario acquisendo una
nuova struttura. ║
Classificazione commerciale delle r. da costruzione
e da decorazione: tale tipo di classificazione prevede la distinzione delle
r. in quattro classi:
marmo,
r. cristallina compatta,
lucidabile, costituita prevalentemente da calcite, dolomite, serpentino, che
comprende il marmo propriamente detto, i calcefiri e i cipollini, i calcari, le
dolomie e le brecce calcaree lucidabili, gli alabastri calcarei, le
serpentiniti, le oficalciti;
granito,
r. granulare, compatta,
lucidabile, prevalentemente costituita da quarzo, feldspati, feldspatoidi, a cui
appartengono i graniti propriamente detti, le dioriti, le granodioriti, le
sieniti, i gabbri (
r. magmatiche intrusive), i corrispondenti termini
magmatici effusivi a struttura porfirica, lo gneiss e i serizzi;
travertino,
r. calcarea sedimentaria con struttura vacuolare che
comprende alcune varietà lucidabili;
pietra,
r. da
costruzione e/o da decorazione, di solito non lucidabile, che comprende i due
gruppi delle
r. tenere e delle
r. dure o
compatte.
CLASSIFICAZIONE GENETICA DELLE ROCCE SEDIMENTARIE
|
Rocce particellari o granulari
|
Rocce costituite da particelle singole e separate che subiscono trasporto e
che vengono accumulate in un determinato ambiente sedimentario; sono
caratterizzate dall'avere una tessitura elastica, una discreta
porosità e si presentano normalmente stratificate; rientrano tra queste
rocce quelle terrigene o epiclastiche (conglomerati, brecce, arenarie) e quelle
alloclastiche, come certi calcari detritico-organogeni e certi depositi
evaporitici o silicei.
|
Rocce cristalline
|
Rocce la cui formazione è legata a processi chimici e i cui elementi
costitutivi sono rappresentati da cristalli di minerali che si formano
all'interno del mezzo sedimentario: hanno tessiture cristalline; esempi
sono le rocce saline, certi calcarei cocrezionari (travertini, alabastri,
stalattiti, stalagmiti) e molte dolomie epigenetiche (secondarie).
|
Rocce biocostruite
|
Rocce formate interamente da scheletri di organismi sia accresciuti
direttamente in situ (scogliere), sia accumulati e in seguito legati
dall'azione fissante di altri organismi molli (ad esempio, stromatoliti);
non sono stratificate, ma sono estremamente porose.
|
Rocce residuali
|
Rocce che si formano in situ a seguito della degradazione e della
decomposizione di materiali preesistenti: come tali le singole particelle
tendono a rimanere in posto o subiscono solo un moderato trasporto; si
presentano generalmente mal stratificate (ad esempio, suoli e
carboni)
|
CLASSIFICAZIONE SCHEMATICA DELLE ROCCE
ERUTTIVE
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Intrusive
|
Componenti mineralogici
|
Effusive
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graniti
|
quarzo, ortoclasio, plagioclasio sodico, miche, talora anfiboli e
pirosseni
|
porfidi, quarziferi, rioliti, lipariti
|
granodioriti
|
plagioclasio sodigio, ortoclasio, quarzo, miche, anfiboli, talora
pirosseni
|
porfiriti quarzifere, daciti
|
sieniti
|
feldspato alcalino, miche, anfiboli, pirosseni, in varietà a leucite
o nefelina
|
porfidi sienitici, trachiti
|
dioriti
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plagioclasio sodio-calcico, miche, anfiboli, pirosseni
|
porfiriti, andesiti
|
gabbri
|
plagioclasio ricco di calcio, pirosseni, anfiboli, olivina
|
diabasi, melafiri, basalti
|
peridotiti
|
olivina, pirosseni, anfiboli
|
picriti
|
CLASSIFICAZIONE SCHEMATICA DELLE ROCCE
METAMORFICHE
|
Roccia madre
|
Metamorfismo di contatto
|
Metamorfismo regionale
|
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zona di contatto
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zona media
|
zona esterna
|
epizona
|
mesozona
|
catazona
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rocce silicee (arenarie)
|
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quarziti
|
|
quarziti
|
gneiss quarzoso
|
gneiss feldspatico
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rocce silico-alluminifere (argille e rocce eruttive acide)
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cornubianiti
|
scisti micacei
|
scisti maculati
|
ardesie filladi
|
micascisti
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gneiss sillimantico
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rocce calciche
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marmi
|
|
|
marmi e calcefiri
|
|
rocce allumo-calcomagnesiche (marne, dolomie, rocce eruttive
basiche)
|
cornubianiti
|
marmi calcefiri
|
marne a chiazze
|
oficalci scisti verdi prasiniti
|
cipollini scisti anfibolici
|
anfiboliti granatiti eclogiti
|
rocce ferromagnesiche (rocce eruttive ultrabasiche)
|
|
|
|
cloritoscisti talcoscisti serpentine
|
scisti ad antofillite
|
pirosseniti
|