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Régnier, Henri-François-Joseph de.

Poeta e scrittore francese. Esordì in campo letterario con la raccolta di ispirazione simbolista I domani (1885). Tentò quindi una sintesi fra la nuova, raffinata scuola simbolista e la corrente ormai tradizionale del Parnasse, giungendo a risultati di un certo pregio in Aréthuse (1895), Giochi rustici e divini (1897), Medaglie d'argilla (1900). Nelle raccolte successive, R. abbandonò ogni pretesa contenutistica, ripiegando su una poesia estetizzante e garbata, in cui è presente un doloroso, ma sfumato, senso della nullità della vita che si compone in forme di signorile e distaccato stoicismo (Lo specchio delle ore, 1910; Vestigia flammae, 1921; Flamma tenax, 1928). Espresse questa malinconica concezione dell'uomo anche nei romanzi, in cui prevale il nostalgico ricordo della giovinezza, intesa come l'età della felicità, e il disgusto (letterario e superficiale) per la realtà a lui contemporanea: La double maîtresse (1900), Les vacances d'un jeune homme sage (1903), Les rencontres de M. Bréot (1904). Fu anche critico letterario e collaboratore presso giornali quali «Figaro» e «Mercure de France» (Honfleur, Calvados 1864 - Parigi 1936).