Anat. - Tunica interna dell'occhio costituita da una membrana di natura
nervosa che si estende dal nervo ottico, del quale rappresenta l'espansione
terminale, alla pupilla. Nell'occhio dei vertebrati è posizionata tra la
membrana corioidea, sul versante periferico, e la membrana ialoide del corpo
vitreo, dalla parte interna. Nella
r. si distinguono: una porzione
posteriore (
porzione corioidea), una media (
ciliare) e una parte
anteriore (
porzione iridea). Soltanto la prima è in grado di
captare gli stimoli visivi, mentre le altre due sono ridotte a semplici membrane
epiteliali. La
r. presenta inoltre la
papilla ottica o
punto
cieco, corrispondente al punto in cui il nervo ottico si espande a ventaglio
continuandosi con la
r. stessa, e la
macula lutea, di forma ovale
e di colore giallo limone, che rappresenta il polo posteriore e che mostra la
fovea centrale. Questi due elementi corrispondono rispettivamente alla
porzione insensibile e a quella più sensibile della
r., dato che
la prima è completamente priva di cellule fotosensibili (
coni e
bastoncelli) mentre la seconda è molto ricca soprattutto di coni.
Dal punto di vista istologico, la
r. è composta da due tipi di
elementi:
cellule nervose,
comprendenti neuroni disposti in catena
(
cellule bipolari e
cellule gangliari) e neuroni di associazione
(
cellule orizzontali e
cellule amacrine) e
cellule di
sostegno comprendenti le cellule della neuroglia. Gli elementi costitutivi
della
r. sono organizzati in 10 strati sovrapposti; procedendo da quello
più interno, che separa le fibre del nervo ottico dal corpo vitreo, si
hanno: membrana limitante interna; strato delle fibre ottiche; strato delle
cellule multipolari; strato plessiforme interno; strato granuloso interno;
strato plessiforme esterno; strato granuloso esterno; membrana limitante
esterna; strato dei coni e dei bastoncelli; strato delle cellule pigmentate. Tra
questi, lo strato dei coni e dei bastoncelli è il più importante,
poiché i coni e i bastoncelli costituiscono gli elementi fotosensibili
della
r: i primi assicurano la visione diurna, intervengono nella
elaborazione degli stimoli luminosi in sensazioni di forma e di colore e nella
discriminazione dello spazio; sono più concentrati nel centro della
r., raggiungendo la loro massima densità nella fovea centrale. I
secondi, dislocati prevalentemente alla periferia, sono in grado di registrare
le variazioni di intensità luminosa, consentendo la visione notturna. Le
arterie che irrorano la
r. provengono dall'arteria centrale del nervo
ottico che, a sua volta, rappresenta la porzione terminale dell'arteria
oftalmica; le vene, seguendo a ritroso il percorso appena descritto, sboccano
nella vena centrale del nervo ottico. ║
R. ciliare: la parte della
r. che riveste anteriormente la faccia interna del corpo ciliare.
║
R. iridea: la porzione della
r. che anteriormente
contribuisce a formare l'iride. • Fisiol. - Quando i fotorecettori vengono
colpiti dalla luce, il pigmento in essi contenuto, la
iodopsina dei coni
e la
rodospina dei bastoncelli, subisce un cambiamento di stato che si
traduce in una modificazione della sua struttura e dei rapporti tra i suoi
elementi costitutivi (il gruppo cromoforo e la proteina). Ciò produce
l'insorgere di un potenziale d'azione che dal fotorecettore si trasmette, sotto
forma di impulso nervoso, al neurone a cui è collegato. • Anat.
comp. - La
r. ha origine dalla duplice parete del calice ottico nel quale
lo strato interno si differenzia nella porzione nervosa mentre lo strato
esterno, che in un secondo momento si fonde con il primo, si trasforma nello
strato pigmentoso contenente i coni e i bastoncelli, esistenti in tutte le
classi di vertebrati. Anche la regione dell'area centrale, che nell'uomo e in
alcuni primati prende il nome di
fovea centralis, densa di fotorecettori,
è presente in tutti i vertebrati e costituisce la zona con le più
spiccate capacità percettive. Negli occhi dei vertebrati, la luce, prima
di arrivare a stimolare i fotorecettori, deve attraversare tutti gli strati
retinici e per questo motivo la
r. è detta
inversa. Negli
invertebrati, al contrario, i raggi luminosi investono direttamente le cellule
fotorecettrici che costituiscono le
retinule degli occhi semplici e di
quelli composti, di origine epiteliale, e perciò la
r. è
detta
eversa. • Patol. - Le patologie che possono colpire la r.
sono di natura infiammatoria (retinite degenerativa, retinopatie), circolatoria
(embolia dell'arteria centrale della
r., emorragie), o tumorale. Molto
diffuso è il distacco della
r., ovvero il suo scollamento dalla
sottostante membrana coroidea, che può essere dovuto a fattori traumatici
o morbosi, come la miopia di grado elevato.
Anatomia del globo oculare