(ufficialmente
Règgio nell'Emìlia). Città
dell'Emilia Romagna e capoluogo della provincia omonima. È situata a 58 m
s/m., nell'alta pianura emiliana, presso lo sbocco della valle del torrente
Crostolo, alle falde dell'Appennino. 141.877 ab. CAP 42100. • Econ. -
Posta lungo la via Emilia, al centro di una regione molto fertile,
R.E.
è un mercato agricolo di notevole rilevanza (cereali, uva, bestiame,
pomodori, foraggi). La città è inoltre sede di numerose industrie
alimentari: enologiche (lambrusco); lattiero-casearie (produzione di
parmigiano-reggiano); dei salumi; delle carni insaccate; delle conserve; degli
oli di semi. Di grande importanza per la città sono i settori economici
connessi con le industrie meccanica (macchinari agricoli e ferroviari), chimica,
elettronica, farmaceutica, calzaturiera, dell'abbigliamento (maglieria) e della
lavorazione del legno. • St. - Fondata nei primi anni del II sec. a.C. da
M. Emilio Lepido con il nome di
Regium Lepidi, la città fu in
seguito possesso dei Bizantini. Conquistata nel 584 dai Longobardi, divenne sede
di un Ducato, trasformato dai Franchi in contea. Ceduta, nell'846,
dall'imperatore Ludovico II ai Supponidi di Lucca, nel 961 fu attribuita da
Ottone I ai Canossa. Governata dai vescovi, che nel 1027 ottennero la piena
giurisdizione civile e penale, prese parte alla lotta per le Investiture,
parteggiando per Gregorio VII e per la contessa Matilde. Divenuta libero Comune
nel XII sec., si impegnò in guerre con la vicina Parma e con i nobili
feudatari del contado circostante; fece quindi parte della Lega Lombarda (1168)
contro il Barbarossa: i suoi consoli furono fra i sottoscrittori dei Patti di
Costanza (1183). Nei primi anni del XIII sec. le vicende di
R.E. furono
caratterizzate sia dalle guerre, che fruttarono l'acquisizione di nuovi
territori, contro Modena (1201-02) e contro Mantova (1218), sia da aspre lotte
per il potere fra ghibellini e guelfi: i ghibellini, vittoriosi in una prima
fase, nella seconda metà del XIII sec. furono sconfitti ed espulsi e la
parte guelfa salì definitivamente al potere (1278). Malgrado il notevole
impulso, dato alle attività economico-commerciali, dalla nuova borghesia,
nel corso del XIV sec. le ostilità tra le varie fazioni non cessarono;
tali contrasti furono la causa delle tirannidi di Obizzo e di Azzo d'Este
(1290-1306). Nel 1333 fu instaurata la Signoria ad opera di N. Fogliani, al
quale succedettero i Gonzaga. Nel 1371
R.E. fu conquistata con le armi da
Bernabò Visconti; questo evento segnò la fine dell'autonomia della
città, la quale condivise da allora le sorti dei vari Stati regionali ai
quali fu annessa. Nel 1409 divenne possesso degli Estensi e conobbe i fasti
della civiltà rinascimentale; temporaneamente annessa al Papato
(1512-23), fu parte del Ducato di Modena fino al 1796, anno in cui, con il
sostegno dell'esercito napoleonico, fu creata la Repubblica Reggiana, presto
annessa alla Repubblica Cispadana. Caduto Napoleone, nel 1815 ritornò
agli Estensi e partecipò ai moti risorgimentali insorgendo sia nel 1831,
sia nel 1848. Nonostante un tentativo di annessione al Piemonte (1849), la
città rimase in mano agli Estensi e solo con il voto plebiscitario del
1861 entrò a far parte del Regno d'Italia. ║
Congresso di
R.E.: congresso, tenutosi dal 27 dicembre 1796 al 9 gennaio 1797, voluto dai
rappresentanti di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio per deliberare
l'unificazione in una Repubblica delle quattro città liberate da
Napoleone. L'intervento dello stesso Bonaparte impedì, tuttavia, la
creazione del comitato di Governo provvisorio, e l'azione del congresso non ebbe
conseguenze effettive; tuttavia, nella riunione del 7 gennaio 1797 si
deliberò di adottare come vessillo della Repubblica Cispadana il
tricolore verde bianco e rosso, che divenne poi la bandiera dello Stato unitario
italiano. • Urban. - Il centro storico della città, di origine
medioevale, circondato da mura del XIII sec., assunse la forma di esagono
irregolare - diviso in due parti eguali dall'andamento rettilineo della via
Emilia, che lo percorre da Nord-Ovest a Sud-Est - in epoca rinascimentale,
allorché fu ampliato e dotato di una cinta muraria (XVI sec.), i cui lati
corrispondono ora a viali alberati. Al di là delle mura rinascimentali,
abbattute verso la fine del XIX sec., si è espansa in ogni direzione la
città moderna, sviluppatasi dopo l'Unità d'Italia, in funzione dei
collegamenti fra Bologna e le città della pianura settentrionale e
occidentale. L'ampliamento dell'area urbana è avvenuto dapprima in
direzione Nord-Est e lungo la via Emilia verso Parma, mentre più
recentemente l'edilizia residenziale si è diffusa nelle aree collinari e
pedemontane poste a Sud e Sud-Est del centro. Gli impianti industriali si sono
invece diffusi nella zona a Nord della città, lungo le principali arterie
di comunicazione della pianura. • Arte - Il decumano massimo
dell'originario insediamento romano era costituito dalla via Emilia, mentre il
percorso del cardine massimo corrispondeva alle attuali vie Roma e San Carlo. Un
acquedotto alimentava la città. Fra le vestigia più antiche
ricordiamo la necropoli di San Maurizio, dalla quale proviene un monumento
funerario circolare con rilievi, conservato al Museo civico. Il vasto centro
storico racchiude monumenti di notevole interesse, tra cui il più
importante è il duomo, eretto nel IX sec., in stile romanico, con pianta
a croce latina, ricostruito nel XIII sec. La facciata, nella sua parte
inferiore, fu rimaneggiata nella seconda metà del XVI sec. da P. Sogari,
al quale si devono anche alcune sculture che adornano l'interno, ampiamente
modificato nel XVII sec. Di B. Spani sono altre sculture decorative e la grande
Madonna che nel 1522 fu posta al sommo della facciata. Accanto al duomo
è il battistero, anch'esso in stile romanico, restaurato nel 1492 e
inglobato nel palazzo vescovile (XVII sec.). Il centro cittadino è
rappresentato dalla piazza C. Battisti, sulla quale sorgono il palazzo del
Capitano del popolo (XIII sec.), in stile gotico, il palazzo del Comune (1414,
più volte modificato), con torre del XV sec., e il palazzo Busetti (XVII
sec.). Altri monumenti degni di rilievo sono la basilica di San Prospero (X
sec.), ricostruita nel XVI sec., con poderoso campanile ottagonale, affreschi di
C. Procaccini e coro ligneo cinquecentesco; la chiesa di San Giovanni
Evangelista (XVI sec.); il santuario della Madonna della Ghiara, costruito fra
il 1579 e il 1619, con pianta a croce greca, ricco di affreschi del Guercino e
di A. Chiarini. Di stile barocco sono le chiese di San Giorgio e di San
Girolamo, mentre neoclassico è il teatro municipale (1857), dal 1980
intitolato all'attore R. Valli. La città è inoltre dotata di una
biblioteca municipale, ricca di importanti collezioni di manoscritti, e di
numerosi musei civici, che comprendono il museo Spallanzani di storia naturale,
la gliptoteca, il museo Chiarini di paletnologia, le raccolte archeologiche, il
museo del Risorgimento e la pinacoteca A. Fontanesi, con opere dei secc. XV-XX;
la galleria Parmeggiani, infine, ospita collezioni di arti minori e dipinti
spagnoli. ║
Provincia di R.E. (2.293 kmq; 453.892 ab.): si estende
sulla pianura alla destra del Po e sul versante settentrionale dell'Appennino
tosco-emiliano. Il suo confine occidentale è segnato dal fiume Enza,
quello orientale per buona parte dal fiume Secchia. Il territorio è per
due quinti pianeggiante e per il resto collinare e montuoso; lavori di bonifica
e di risanamento hanno reso fertili le zone pianeggianti, nei cui centri si
è verificato negli ultimi anni un incremento demografico a svantaggio
delle aree appenniniche, in cui la popolazione è in decremento.
L'economia è prevalentemente fondata sull'agricoltura (uve da vino,
cereali, foraggi), sull'allevamento bovino, sulle industrie lattiero-casearie e
agro-alimentari; altri settori trainanti sono le numerose piccole e medie
imprese metalmeccaniche e dell'abbigliamento, che si affiancano alle
tradizionali lavorazioni tessili e della ceramica. Centri principali, oltre il
capoluogo: Guastalla, Correggio, Novellara, Scandiano.
Reggio Emilia: scorcio del centro