Poeta italiano. Laureatosi in Lettere, insegnò a Milano, Treviglio,
Novara, Como, ancora a Milano, finché nel 1929 una crisi spirituale lo
portò alla conversione religiosa e, due anni dopo, all'ingresso come
novizio in un convento rosminiano di Domodossola. Ordinato nel 1936 sacerdote,
passò la sua vita quasi sempre a Stresa presso il collegio Rosmini. Il
percorso poetico di
R. risulta profondamente influenzato dal suo
itinerario biografico: se, infatti,
Frammenti lirici (1913) e
Canti
anonimi (1922) costituiscono ancora il riconoscimento di una funzione
significante alla parola (pur nell'esigenza di una sua trasfigurazione
spirituale e nell'ottica, comunque, di un più generale rinnovamento
morale), il lungo silenzio poetico che seguì a queste opere (silenzio
interrotto solo nel 1947 con la pubblicazione di qualche verso nuovo in
appendice alla raccolta
Poesie 1913-47) manifesta la presa di coscienza
reboriana della necessità di trasferire al di fuori della parola
l'esperienza poetica. A questo silenzio
R. venne meno negli ultimi anni
della sua vita, quando scrisse
Via Crucis (1955),
Curriculum Vitae
(1955),
Gesù il Fedele (1956),
Canti dell'infermità
(1956),
Iconografia (postuma, 1959) e
Ecco dal ciel più
grande (postuma, 1965), opere che riprendono in chiave squisitamente
religiosa le tematiche dell'angoscia spirituale e della sofferenza terrena
(Milano 1885 - Stresa, Verbania 1957).