(o
ràyon). Nome commerciale con cui si indicano le fibre
tessili artificiali che si ottengono dalla cellulosa. Il
r. è
trasparente e brillante; attualmente viene anche opacizzato con aggiunta di
ossido di titanio o altre sostanze atte allo scopo. Si usa come filato o in
fiocco per foderami, indumenti simili a seta (calze, nastri, biancheria),
tappezzeria, ma anche nella preparazione di tessuti industriali e di pneumatici.
║
R. all'acetato di cellulosa: varietà di
r. che si
ottiene dai
linter sgrassati e candeggiati. Il filo, formato da acetato
di cellulosa, viene messo in commercio in bobine e presenta buone
tenacità, finezza e resistenza. ║
R. Bemberg o
cuproammonico: varietà di
r. ottenuta dai
linter
che, sgrassati, si trattano con idrato rameico e dopo alcune ore (senza contatto
con l'aria) con ammoniaca. ║
R. nitrocellulosico o
fibra
Chardonnet: il metodo più antico, e ormai anche il meno usato, per
ottenere il
r. La cellulosa viene trattata con acido nitrico e acido
solforico (miscela solfonitrica); una volta lavata, viene pressata ed è
solubile in alcool ed etere. ║
R. viscosa: fibra tessile
artificiale ottenuta dalla cellulosa trattata con idrato di sodio, generalmente
filata a secco. Può essere trasformata mediante un processo di
saponificazione in una fibra di cellulosa rigenerata ad alta tenacità che
trova largo impiego in ambito militare. ║
R. triacetato: fibra di
ultima generazione, più termoresistente dell'acetato normale e meno
soggetta ai microrganismi che di solito attaccano il cotone.