Filosofo inglese. Professore di Filosofia
metafisica a Oxford (1945-68), direttore della rivista “Mind”
(1948-71),
R. è stato uno dei massimi rappresentanti della scuola
analitica inglese che si rifà alla lezione di L. Wittgenstein. Secondo
R., compito della filosofia è quello di evidenziare la radice
linguistica di molte erronee concezioni filosofiche e di determinare i poteri
logici dei concetti filosofici, in modo da arrivare alla costruzione di mappe
logico-linguistiche che siano di orientamento per un loro uso legittimo. Alla
dissoluzione degli “errori categoriali”, intendendo con questo
termine l'attribuzione di concetti a una categoria alla quale non appartengono,
è dedicata l'opera principale di
R.,
Lo spirito come
comportamento (1949). In questo testo,
R. tenta di mettere in luce
l'errore categoriale soggiacente al cosiddetto “dogma dello spettro nella
macchina”, secondo il quale sussisterebbe una separazione ontologica tra
corpo e mente e il corpo non sarebbe altro che una macchina guidata dalla
mente. In alternativa a questa concezione, sorta con la filosofia di Cartesio,
R. propone la teoria del Comportamentismo logico o filosofico, in base
alla quale anche le nozioni mentalistiche possono essere oggetto di analisi
comportamentistica e le asserzioni su stati ed eventi mentali equivalgono ad
asserzioni su regolarità comportamentali. Questo lavoro di
chiarificazione dei concetti filosofici si ritrova nei vari saggi e articoli su
temi logici e semantici di cui si compone la produzione scientifica di
R.
e tra i quali si possono ricordare:
Espressioni sistematicamente svianti
(1932),
Categorie (1937),
Argomentazioni filosofiche (1945),
Linguaggio ordinario (1953),
Dilemmi (1954),
La teoria del
significato (1957),
Uso,
costume e significato (1961),
Pensare e riflettere (1968).
R. fu anche autore di un lavoro su
Platone (
Plato's Progress, 1966) (Brighton 1900-Whitby 1976).