Maresciallo polacco. Studiò
Filosofia all'università di Cracovia e si dedicò, in seguito per
vari anni, alla pittura. Prese parte poi alla prima guerra mondiale al comando
di una legione polacca costituita dai Tedeschi e agli ordini del maresciallo
Josef Pilsudski nel cui movimento indipendentista era già entrato prima
che cominciasse il conflitto. Capo del P.O.W. (organizzazione militare polacca)
nel 1917, fu nominato ministro della Guerra e, alla morte di Pilsudski, del
quale era considerato l'erede spirituale, divenne ispettore generale
dell'esercito polacco di cui fu poi comandante in capo, nel 1936, subito dopo la
sua nomina a maresciallo. Nel 1939 rifiutò il libero passaggio alle
truppe sovietiche sul territorio polacco pur essendo conscio del pericolo
incombente delle truppe di Hitler. Egli aveva preparato accuratamente un piano
di difesa dall'esercito germanico ma la rapidità con cui questo
riuscì ad accerchiare le divisioni polacche lo fece fallire in pochi
giorni. Riparò allora in Romania assieme ai membri del Governo e al
presidente Moscicki; fu un grave errore perché nell'ottobre tutti furono
arrestati. Nel dicembre 1940 riuscì a evadere e a raggiungere
clandestinamente la Polonia dove si unì alle truppe partigiane; pare
abbia perso la vita durante la battaglia di Varsavia (1942) (Brzezany 1886 -
forse Varsavia 1942).