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Ruteno.

Ucraino residente un tempo in Galizia, ora in Rutenia (Transcarpazia). ║ Termine anticamente usato dalla Chiesa di Roma per designare gli appartenenti alle popolazioni slave cristiane, di rito bizantino, che rientravano nell'antica metropolia di Kiev, a Est della linea Dvina-Dnepr. Dal Settecento il termine passò a indicare i cattolici uniti che seguivano il rito orientale. Nel corso dei secoli i R. si riconobbero ora nelle posizioni di Roma, ora in quelle del patriarca di Costantinopoli o di Mosca. Fra il X e il XII sec. la metropolia di Kiev seguì le sorti dell'omonimo principato, alla caduta del quale i R., che avevano accolto il Cristianesimo di rito bizantino, divennero parte inizialmente della Grande Lituania, in seguito dello Stato polacco-lituano. Nel 1595 le Chiese r. si dichiararono sottomesse al papa e di lì a poco tempo l'unione con Roma venne sancita con il sinodo di Brest-Litovsk, tenutosi dal 6 al 10 ottobre 1596. Se nel XVII sec. la Chiesa r. poté consolidare la propria individualità spirituale e culturale, con le successive spartizioni della Polonia, nell'ultimo quarto del Settecento, essa subì duri colpi; sotto il dominio austriaco, tuttavia, i R. polacchi godettero di notevole libertà. Sorte diversa toccò ai R. russi, che nel 1839 assistettero alla distruzione della Chiesa uniate sotto Nicola I. Nel 1891, con il sinodo di Leopoli, i R. dichiararono di accettare tutte le decisioni del Concilio di Trento, lasciando tuttavia ancora irrisolta la questione del celibato dei preti. In Polonia la Chiesa r. continuò a prosperare fino a dopo la prima guerra mondiale, mentre al termine della seconda guerra mondiale, sotto le pressioni sovietiche, i R. di Polonia, insieme a quelli delle regioni ucraine, dovettero unirsi alla Chiesa patriarcale di Mosca, ottenendo qualche concessione solo nel 1989. Il rito r., piuttosto simile a quello bizantino, si professa solo in poche diocesi cattoliche, oltre che in alcune aree del Canada e degli Stati Uniti in cui risiedono popolazioni ucraine.