Uomo politico italiano.
Studioso di Diritto feudale, fu tra i firmatari di una petizione indirizzata in
regime borbonico a Ferdinando II per la concessione della Costituzione. Nel 1848
fu ministro degli Affari ecclesiastici nel Gabinetto Troya, e verso la fine
dello stesso anno entrò nel Gabinetto Cariati-Bozzelli come ministro
delle Finanze; nell'agosto 1849, tuttavia, rassegnò le dimissioni, come
protesta per non essere stato nuovamente convocato in Parlamento. Accusato di
lesa maestà per i fatti insurrezionali del maggio 1848, riuscì a
riparare all'estero, ove lo raggiunse la condanna in contumacia alla pena
capitale. Poté rientrare a Napoli soltanto nel 1860, dopo l'abbattimento
del regime borbonico a opera dei garibaldini, e fu deputato tra il 1867 e il
1870 (Napoli 1798-1881).