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Royce, Josiah.

Filosofo statunitense. Laureatosi alla John Hopkins University, proseguì gli studi in Germania, a Gottinga, orientandosi in senso idealistico, senza però rigettare il pragmatismo proprio della tradizione americana. Elaborò pertanto una filosofia pratica in cui viene posto l'accento sulla volontà. Nella sua concezione la realtà figura come la rappresentazione del soggetto pensante. Nell'elaborazione del proprio “idealismo etico” egli si discosta dall'idealismo hegeliano, che considera l'idea come la traduzione in termini di pensiero dell'oggetto e come “intenzionalità”, significato (meaning), ossia “valore”. Il problema centrale della filosofia del R. è quindi quello della determinazione dell'idea e della sua valutazione della realtà. L'intenzionalità dell'idea si compie e si determina nell'oggetto che altro non è se non lo scopo consapevole e la volontà dell'idea: “Nel cercare il suo oggetto, un'idea qualsiasi non cerca assolutamente nient'altro che la sua propria esplicita e completa determinazione”. La verità è quindi tale in quanto presente a una coscienza singola; il mondo e l'essere esistono in quanto esistono in una coscienza singola, e la loro unità è l'unità della coscienza in cui si riflettono. R. riconosce però anche all'oggetto una sua realtà: l'Essere è altro dalla semplice idea non perché sia esterno all'idea, ma perché incorpora, in forma individuale, il significato stesso che l'idea finita incorpora in maniera astratta e parziale nella sua forma generale. Pertanto, l'Essere è l'individuazione dell'idea e il mondo nella sua unità è un tutto individuale. Ciò che determina un individuo non è ciò che sa, che è sempre limitato e insufficiente, ma la sua determinazione nel ricercare qualcosa come unico e che gli consente di determinare degli individui finiti come unici. Se il mondo è l'incarnazione di uno scopo, la completa espressione di un piano, ogni particolare di questo piano, se è un particolare necessario alla completezza dell'insieme, deve essere unico: unico proprio in quanto partecipa all'unicità del tutto. La nostra individualità si completa e si integra perché necessaria all'individualità del tutto. Tra le sue numerose opere ricordiamo: L'aspetto religioso della filosofia (1885), Lo spirito della filosofia moderna (1892), La concezione di Dio (1895), Studi sul bene e sul male (1898), La concezione dell'immortalità (1900), La filosofia della fedeltà (1908), Il problema del Cristianesimo (1913), La speranza della grande comunità (1916) (Grass Valley, California 1855 - Cambridge, Massachusetts 1916).