(detto
il Doganiere). Pittore francese.
Impiegato al dazio parigino dopo il conflitto franco-tedesco del 1870,
R.
si dedicò da autodidatta alla pittura. Nel 1885 espose due opere,
Danza italiana e
Il calar del sole, al Salon des
Indépendants. Nel 1894 si ritirò dall'impiego, dedicandosi
interamente alla pittura; nell'atelier di rue Perrel,
R. fu attorniato da
amici ed estimatori, tra i quali figuravano anche Picasso, Vlaminck, Apollinaire
(ne aveva dipinto due ritratti). La produzione di
R. fu regolare sino
agli ultimi giorni, esponendo ogni anno agli Indipendenti e a partire dal 1905
al Salon d'Automne; affrontò tutti i generi: dalla natura morta al
paesaggio, dal ritratto alla scenetta esotica (cacce alla tigre, soprattutto).
Più di cento le sue tele. La critica classificò
R. tra i
“naïf”, ne fece anzi il capostipite; in realtà
però è difficile associarlo ad altri artisti o a una scuola,
perché nulla di “ingenuo” c'è nella sua tecnica
sapiente ed elaborata. Surrealista fra tutte è la tela
Sogno di
Yadwwinga; degne di menzione sono
La brutta sorpresa (1904),
Il
leone affamato (1905),
I giocatori di pallone (1908) (Laval, Mayenne
1884 - Parigi 1910).
Henri Rousseau: “Bambino sulle rocce”