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Rotativa.

Macchina per la stampa i cui elementi portaforma (matrice) e di pressione sono esclusivamente di forma cilindrica e a movimento rotatorio continuo, il che comporta una maggior velocità di produzione rispetto alle macchine tradizionali per stampa. Consente l'impressione contemporanea delle due facciate del foglio, grazie a due cilindri (tra i quali scorre la carta), che girano in senso opposto, recanti la riproduzione in stereotipia, delle pagine. È usato per le edizioni ad alta tiratura (libri, ma soprattutto giornali e quotidiani) e si avvale di un nastro continuo di carta (bobina), successivamente tagliato e piegato formando un fascicolo con 8, 16, 32 o 64 pagine. • Ind. graf. - La r., che fece il suo ingresso a metà del XIX sec., comprende vari tipi adatti ai diversi metodi di stampa e di produzione. Tale sviluppo fu reso possibile dall'invenzione della stereotipia che consentì di trasformare la forma tipografica da piana a curva, così da poter essere applicata a un cilindro. Successivamente il principio della stampa r. venne esteso anche alla stampa off-set la cui matrice (lastra di metallo) poté essere adattata a un cilindro portaforma. Altro fattore determinante per la diffusione della stampa r. nel XIX sec. fu l'inizio della fabbricazione della carta in bobina per l'alimentazione continua dei macchinari di stampa. Data la forte velocità raggiunta nei più recenti esemplari di r. (da 30.000 a 60.000 giri dei cilindri per ora), si sviluppò conseguentemente un impianto di essiccazione annesso (ad aria calda o fredda, a raggi infrarossi, a gas). ║ R. da bobina a formato fisso o a formato variabile: macchine che consentono l'installazione di bobine di carta di varie dimensioni, spesso sviluppate in altezza e con incastellature a tre piani differenti. ║ R. tipografiche: particolari tipi di macchine riconoscibili dalla caratteristica forma a V rovesciata.